Intesa Maroni-Gelmini su centrodestra e alleati «Uniti con Ncd si vince»

La coordinatrice di Forza Italia e il governatore sono d'accordo: «A Milano il modello Lombardia»

Il clima è positivo. Tutti aspettano l'imminente incontro fra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, ma il centrodestra milanese continua a manifestare fiducia sulla partita delle elezioni comunali. Un ottimismo giustificato se si guarda alle vicende che interessano lo schieramento avverso, col Pd che si dibatte fra il cavallo di Matteo Renzi (il commissario Expo Giuseppe Sala) e gli auto-candidati locali.

I moderati, che hanno perduto Milano nel 2011 dopo 15 anni di governo, contano di riconquistarla fra dieci mesi, quando le comunali ambrosiane saranno la sfida più importante di un turno elettorale amministrativo cruciale per il Paese. I dubbi che restano, nel centrodestra, sono due. Il primo riguarda il nome del candidato e non è di poco conto. Il secondo aspetto da definire, ovviamente legato anche ai nomi, è il perimetro dell'alleanza. Un centrodestra alla lombarda è lo schema che chiede a gran voce il governatore, il leghista Roberto Maroni, ovviamente interessato a stabilizzare la sua giunta, sostenuta (oltre che dalla Lega e dalla lista Maroni) anche da Forza Italia, da Fdi ed Ncd. «La coalizione deve essere questa - è tornato a ripetere ieri Maroni - non c'è altra via sennò perdiamo». Maroni ha detto di essere «per le cose semplici e che funzionano: la Regione è governata da 2 anni e mezzo da una coalizione» - ha detto - «usiamo la stessa coalizione per vincere a Milano» e «per individuare il candidato si facciano le primarie», ha concluso Maroni. La linea di Maroni sull'alleanza è condivisa dalla coordinatrice lombarda di Forza Italia, Mariastella Gelmini: «Io l'ho sempre sostenuto e lo ribadisco oggi - ha detto ieri - non ha senso dividersi, uniti si vince». «Ha ragione Maroni a sottolineare che in Lombardia Ncd è al governo con gli altri partiti del centrodestra e che per vincere le Comunali di Milano occorre tenere dentro tutti i partiti che oggi guidano la Regione», ha aggiunto Gelmini, smontanto un veto che finora sembrava dirimente, quello posto dal leader della Lega, Salvini, che ha chiesto una scelta di campo ai centristi (a Roma al governo col Pd). «Certe divisioni - ha detto Gelmini - a livello nazionale possono riflettere la complessità della politica, non hanno senso a livello locale, dove bisogna dare risposte concrete ai cittadini».

Fiducia è la parola d'ordine e fiducioso è il coordinatore milanese di Ncd, Luca Del Gobbo: «Credo che la linea di Maroni prevarrà. Io Salvini l'ho incontrato e lo capisco. È il leader di un partito che punta ai consensi, mentre Maroni ha una responsabilità di governo. Ma credo che Salvini si renderà conto che se andiamo spezzettati si perde». «La Regione Lombardia - spiega Del Gobbo - è un modello virtuoso amministrativo e politico.

E a Milano può nascere un laboratorio di centrodestra nazionale». Se Ncd fosse esclusa dal tavolo dell'alleanza, allora avrebbe due possibilità: una corsa solitaria è la prima. L'alleanza col Pd la seconda: «Ci sono sirene dall'altra parte» ammette Del Gobbo

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