La Lega all'attacco sui derivati: «Ora ricorso alla Corte dei conti»

«E pensare che, alla fine del mio mandato, avevo lasciato Trenord con il 90% dei treni puntuali». L'ex assessore lombardo alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo sfoglia i plichi delle tabelle sui treni delle linee nere. E lo stringe un nodo in gola se pensa alle soppressioni e al disastro dell'ultima settimana.
Cattaneo, che idea si è fatto del caos Trenord?
«In pochi giorni è stato mandato all'aria il lavoro fatto in più di quattro anni. Ci sono stati degli errori gestionali gravissimi, non ci sono scuse da trovare».
Crede veramente che i disagi siano riconducibili solo al software in tilt?
«Quel programma informatico ha fatto esattamente il contrario di ciò per cui era stato acquistato. Avrebbe dovuto ottimizzare i turni dei dipendenti e incastrarli meglio per accorciare i tempi morti e aumentare l'efficienza del servizio».
Vero. Però c'erano parecchie tensioni tra macchinisti e azienda. La vertenza sindacale sul contratto ha influito?
«La posizione critica dell'Orsa è nota da tempo e io stavo affrontando il nodo del contratto con una serie di incontri. Poi il mio mandato è terminato a ottobre. Chi è arrivato dopo di me non poteva avere il polso della situazione».
Il Codacons chiede 3.600 euro di rimborso per ogni pendolare. Secondo lei come dovranno essere risarciti i viaggiatori rimasti a piedi?
«È giusto che Trenord si inventi qualcosa per riconquistare la fiducia ai pendolari. Deve pensare a un gesto aggiuntivo rispetto al bonus. Grazie all'ultimo contratto firmato con la Regione Lombardia, il bonus che sarà risarcito a marzo è pari non più al 20 ma al 25% dell'abbonamento».
Lei ha mai pensato di prendere in mano le redini di Trenord al posto di Biesuz?
«Mi considero tra i padri di Trenord e vedere la società così è una sofferenza. Ma in questo momento sto facendo altro».
Circolano diversi nomi per il nuovo ad. Che caratteristiche deve avere il nuovo responsabile?
«Non deve arrivare e pensare di tagliare teste. Piuttosto deve riconquistare la fiducia dei dipendenti. Deve conoscere bene Trenord, se arrivasse da fuori avrebbe difficoltà anche se fosse Marchionne. E poi deve essere un bravo manager».


Come è possibile recuperare credibilità ora?
«A parte questa settimana nera, i dati sono buoni. Dirlo adesso è come gettare sale sulle ferite, ma in tre anni c'è stato un aumento di 600 corse al giorno. Inoltre i ritardi e le soppressioni dal 2009 sono stati ridotti del 40%. Tutto questo non va dimenticato».

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