Usiamo la bicicletta. Usiamola bene. Con prudenza e coscienza. Soprattutto con responsabilità. Questa è la «mission» che si è posta l'amministrazione comunale di Gallarate con l'assessore alla Sicurezza Francesca Caruso che, supportata dal sindaco Andrea Cassani e dall'ex professionista Ivan Basso, vincitore di due Giri d'Italia, ha varato il progetto «usa la bici in sicurezza», una vera a propria campagna di sensibilizzazione e alfabetizzazione sul corretto uso della bicicletta. «Il nostro obiettivo è quello di vedere sempre più persone in bicicletta ha spiegato martedì sera l'assessore Caruso in occasione di una serata dedicata all'argomento, e animata da Basso, Gianni Bugno, l'avvocato Patrick Rabaini e il fratello di Michele Scarponi, Marco -. Per ottenere questo, però, bisogna prima dare gli strumenti per una corretta integrazione tra automobilisti e ciclisti. Ognuno deve ripartire da se stesso, per questo stiamo andando nelle scuole e abbiamo già coinvolto 700 bambini di quinta elementare, così come stiamo coinvolgendo le autoscuole, per una maggiore sensibilizzazione nei confronti degli utenti deboli, che sono in ogni caso quelli che vanno su due ruote. Abbiamo realizzato con Basso un decalogo di buon comportamento, e affisso in tutta la città 44 cartelli che ricordano il buon comportamento del ciclista».
Un progetto che è partito nove mesi fa e che ha già fruttato al Comune di Gallarate il premio ANCI dei Comuni d'Italia, come progetto dell'anno. «In bicicletta bisogna farsi vedere, mai stare in doppia fila, bisogna fare attenzione alle aperture delle portiere, così come gli automobilisti ha spiegato Basso -. Guai a non mettersi il casco, guai a pedalare con le cuffiette nelle orecchie o pedalare con una mano e con l'altra farsi i selfie. Insomma, abbiamo messo giù dieci consigli che sono fondamentali per poter circolare in una cittadina come Gallarate e che sono certo porterà ad una presa di coscienza da parte di tutti. La risposta è stata ottima. Siamo solo al primo colpo di pedale, all'abc di una nuova cultura sulla mobilità».
Insegnare senza condannare. Educare senza reprimere. Sollecitare senza ordinare. «Il nostro sogno è quello di portare sempre più persone all'uso corretto della bicicletta, ma per fare questo è necessario educare. Troppi sono i morti sulle strade» aggiunge Basso.
«Andrò controcorrente ha aggiunto Gianni Bugno, che ha stregato la platea -. Ma sono sempre stato contrario alle piste ciclabili perché vincolano chi pedala in aree limitanti in cui non c'è rispetto. Io non pedalo più, tornerò in bici quando ci sarà più rispetto per le bici e non si rischierà più la vita per una passeggiata».
Ma non meno incisivo è risultato l'intervento di Marco Scarponi, che ha portato la sua testimonianza. «Al giorno d'oggi non è accettabile morire in strada. A Filottrano, a Firenze, a Gallarate, dovunque. Qui non c'entra il destino, non è giusto parlare di incidenti, si tratta di omicidi. C'è una colpa: alcool, droga, velocità troppo elevata, distrazione...».
E di questo avviso è anche l'avvocato Patrick Rabaini, estensore del disegno di legge meglio conosciuto come «salvaciclisti», che prevede in fase di sorpasso che l'automobilista mantenga una distanza minima di 1,50 metri.
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