Lirico e Galleria, il Comune è nei guai

Battaglia tra i gestori: fra 9 mesi teatro finito, ma la prima stagione è già a rischio

Lirico e Galleria, il Comune è nei guai

Hanno demolito e rimosso il cemento (pieno di amianto) usato per coprire il vecchio canalone del Seveso che in passato scorreva verso via Larga. Hanno «scavato» con il bisturi sotto il soffitto bianco del foyer, riportando alla luce le onde di gesso azzurre create artigianalmente nel 1938. Stanno riproducendo con i calchi di gesso le lire e grazie alla tecnologia laser scanner le posizioneranno «con certezza assoluta» negli stessi punti del progetto originario. Gli operai, coordinati dal progettista Pasquale Francesco Mariano Orlandi, stanno sfidando quello che da anni viene considerato il «cantiere maledetto» - il restauro del teatro Lirico, chiuso dal 1999 e bloccato da battaglie legali che hanno percorso varie amministrazioni e eternit - ma grazie a loro si inizia a vedere la fine.

La chiusura delle opere a questo punto è prevista entro settembre-ottobre 2018. Due giorni fa sono state smontate le impalcature nel foyer e i consiglieri del Comune - in sopralluogo proprio ieri mattina con la commissione Lavori pubblici e Cultura - hanno potuto ammirare in anteprima il risultato. A fine gennaio verranno tolti anche i ponteggi più imponenti che servono per il restauro della volta: manca il consolidamento e la tinteggiatura, sono stati recuperati invece i 200 metri quadrati di «orone» (rame e ottone, lo stesso materiale emerso in tutte le ali laterali) che coprono la volta e il Lirico sarà il primo teatro in città a riprodurre lo stemma del Comune e delle sei porte storiche. A quel punto inizieranno i lavori sulle pareti laterali «che avranno tappezzerie rosse» e quelli della parte impiantistica, il «cervello» del Lirico. Una parte che, insieme all'allestimento del teatro da 1.529 posti tra platea e palchi (con il golfo mistico aperto, quindi in caso di spettacoli con orchestra, ne verranno tolte 127) il Comune voleva avviare in collaborazione con il futuro gestore, ma il bando assegnato a Stage Enterteinment è stata impugnato dal secondo classificato, la Show Bees di Gianmario Longoni (patron del Linear Ciak) e il Tar ha dato ragione ai ricorrenti. Secondo i giudici la giunta avrebbe dovuto interpellare il consiglio comunale.

L'assessore alla Cultura Filippo Del Corno ieri ha precisato che la valutazione se fare ricorso al Consiglio di Stato o lanciare una nuova gara «è in mano all'Avvocatura» ma ha rimarcato che «la sentenza contiene elementi distorsivi che paragonano l'attività teatrale a quella degli impianti sportivi». In entrambe in casi, da gennaio «ci vorranno circa 6 mesi per sbrogliare la matassa e l'ipotesi di aprire il Lirico per la stagione 2018/2019 è ormai un miraggio. «Potremmo fare una grande serata inaugurale con una importante istituzione milanese e poi ragionare su singoli eventi, mi sembra oggettivamente difficile immaginare una stagione autunnale tradizionale, si può ragionare sulla programmazione annuale sul 2019 come fanno già altri teatri» dice Del Corno.

Per l'assessore ai Lavori pubblici Gabriele Rabaiotti ammette che sarebbe utile risolvere l'empasse legale prima dell'estate, «dal punto di vista impiantistico si rischia di consegnare un teatro non conforme a quello che serve al gestore». Secondo Fabrizio De Pasquale (Fi) «ci sono i tempi per tornare in consiglio come chiede il Tar». Sarà gestito dal privato anche il ristorante panoramico da 400 metri quadri con finestrone sul palco. Il reasturo da 16 milioni prevede altri due bar di servizio, un bar e un ristorante al piano terra e una sala polifunzionale da 99 posti che sarà messa a reddito.

É al quarto piano, per eliminare le capriate in cemento armato senza chiudere al traffico via Larga verrà montata una gru alta 75 metri. Le pareti laterali del «piccolo Piermarini» saranno «giallo Milano», sulla facciata di via Larga sono stati invece recuperati gli sfondi nella cromia verde acquamarina.

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