(...) «è un mercato destinato a crescere». Prima di lasciare Los Angeles, Roberto Formigoni parla alla platea del «Governors' global climate summit», il secondo meeting sull'inquinamento organizzato dalle Nazioni Unite.
È un intervento che racconta di una regione «collocata in una posizione geografica particolarmente sfavorevole, con una bassissima dispersione degli inquinanti», eppure capace di «rendere conciliabile un binomio storicamente in contrasto come industria e ambiente». È il piccolo boom dell'economia verde che - è l'auspicio - in un futuro non troppo lontano potrebbe portare il territorio lombardo fuori dall'incubo dello smog.
Per questo, Formigoni chiede all'Unione europea «più fondi, e che questi siano distribuiti in maniera più razionale». Spiega, il governatore, che riguardo all'inquinamento «non si può ragionare solo in termini di riduzioni percentuali rispetto ai livelli di partenza», ma «occorre cominciare a considerare nuovi parametri quali quello dell'inquinamento pro-capite e rispetto al Pil, che meglio dimostrano la capacità di un territorio di agire efficacemente contro l'inquinamento». In Lombardia, ad esempio, a fronte di una diffusa industrializzazione (si produce il 20% del Pil nazionale, e si consuma il 25% dell'energia dell'intero Paese) diminuiscono le emissioni di gas serra. È questo, secondo Formigoni, il contesto che Bruxelles dovrebbe valorizzare. Perché un conto è ridurre il Co2 tra le fabbriche della Brianza, altra cosa è farlo nelle campagne finlandesi.
A parlare sono le cifre. «Negli ultimi dieci anni - spiega Formigoni - i valori dei principali inquinanti atmosferici sono scesi sensibilmente». Resta il problema delle polveri sottili, ma - alcuni esempi - il biossido di azoto è stato dimezzato, ridotto del 58% il monossido di carbonio e del 75% il benzene. Tradotto, «i livelli di inquinanti prodotti in Lombardia per singolo cittadino sono largamente al di sotto delle medie europee», pur restando elevato il livello di produzione industriale. Ancora, «abbiamo iniziato a ottenere interessanti risultati nel settore delle energie rinnovabili, in grado oggi di coprire il 35% del fabbisogno energetico regionale», nel campo dell'energia solare e fotovoltaica «la Lombardia è prima in Italia per strutture installate, con un incremento nel 2008 del 300% rispetto al 2007». Nel 2008 - prosegue - il numero delle aziende operanti in questo settore è aumentato del 12%, passando da 536 a 600, e presto una join venture tra Pirelli e il gruppo Marcegaglia darà vita a un polo del fotovoltaico in Lombardia. «Risultati - sottolinea il governatore - per ottenere i quali la regione ha impiegato risorse per le politiche di sostegno e incentivazioni per circa 2 miliardi di dollari». Totale, la «green economy sta crescendo del 10-15% cento l'anno». Dunque, qualcosa di più di una semplice alternativa all'economia tradizionale. L'«economia verde» è anche un'occasione di sviluppo.
«La strada è quella giusta - conclude Formigoni -, adesso serve un'alleanza forte tra scienza, impresa e politica». Perché per far quadrare il cerchio, i finanziamenti europei da soli non bastano. Serve «coraggio da parte degli imprenditori. A loro dico: investite in un settore destinato a crescere ancora».
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