Mantovani vede l'«assessore» Maroni Vicepresidente? «Per me è un onore»

«Essere vicepresidente della Regione Lombardia è sempre un grande onore» dice Mario Mantovani. È con questo spirito che il vicepresidente della Regione e (ex?) assessore alla Salute si presenta all'incontro decisivo fissato per oggi con il presidente della Regione, Roberto Maroni, che ha già annunciato di voler prendere ad interim le deleghe di lui. «Al momento ci siamo incontrati e salutati al Meeting di Rimini, per il resto ho letto sue dichiarazioni sui giornali che in parte condivido» dice conciliante Mantovani. Maroni ha confermato pubblicamente ciò che si sapeva da tempo e cioè che intende assumere l'incarico di superassessore al Welfare. Interim che probabilmente sarà breve. «Fino a ottobre» ha detto lui dal palco della Bèrghem Fest, intervistato da Vittorio Feltri insieme al presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti.

Mantovani sembra deciso a restare. Se per Cristina Cantù è pronto un ruolo all'Agenzia dei controlli, per Mantovani si profilerebbero incarichi più politici in giunta (e un ruolo nel partito). Si è parlato di internazionalizzazione ed Europa, ma sarà lo stesso Maroni a illustrargli i propri progetti.

Ad Alzano, durante la Festa della Lega, ha rivendicato la paternità della riforma.

«È stata approvata perché io ci ho messo la faccia - ha detto - e continuerò a farlo guidando anche il nuovo super assessorato, che unificherà Welfare e Salute, fino a fine ottobre». Da tempo gli occhi sono puntati sul futuro rimpasto: molti nomi circolati, più vicini a Ncd che a Forza Italia, non sono graditi ai vertici azzurri.

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