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Maroni accelera sulla fusione Per i superpoteri si scalda Bonomi

Per il «matrimonio» fra Atm e Trenord, le due aziende di trasporto pubblico locale di Milano e della Lombardia, «come Regione siamo pronti, in questi due mesi abbiamo elaborato un nostro progetto, lo sottoporremo al sindaco Pisapia e se è interessato, ce lo dovrà dire, ma sarebbe un errore non farlo per ragioni politiche». Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, sollecitando un faccia a faccia con il sindaco di Milano anche sull'Expo e sul dopo Expo.
Sembra intanto che l'era di Norberto Achille e di Luigi Legnani sia finita. Secondo fonti di Affari italiani, in Trenord e in Ferrovie Nord Milano (che è la controllante di Trenord, insieme a Trenitalia) Maroni sta per varare la rivoluzione definitiva. Complici i dati sui ritardi, il numero uno della Regione ha deciso di ingranare la marcia e azzerare tutti i vertici. Anche perché affrontare il tema della fusione senza aver messo nelle migliori condizioni l'azienda - questo il senso di quanto si sarebbero detti l'assessore all'Economia, Massimo Garavaglia, e il presidente Maroni - sarebbe un vero e proprio suicidio.
A essere determinante nell'accelerazione impressa da Maroni sarebbe stata anche la freddezza dell'attuale management sulla fusione. Non a caso sarà il fedelissimo Giuseppe Bonomi, ex numero uno di Sea, il plenipotenziario. Si pensa a una figura di amministratore delegato con grandissimi poteri: sia direttore generale di Fnm che capoazienda di Trenord.

A questo punto la presidenza toccherebbe quindi o a Forza Italia o a Nuovo Centrodestra.
Maroni è convinto che la holding Trenord Atm, in mani sicure, sia la migliore strada per la Regione. Con Atm-Trenord, ha concluso Maroni, «saremmo pronti anche per operare al di fuori della Lombardia».

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