Luciana Ruffinelli se lè un po presa quando i giornali dovendo scoprire qualcosa di più di questa leghista chiamata a sostituire Manica Rizzi nellassessorato a Sport e Giovani le hanno dato della «maestrina». Ma lha fatto con garbo e ridendoci su, ben lontana dai toni talvolta maleducati e spesso sguaiati di qualche collega. Leghista e non solo. «Io ho insegnato storia dellarte», racconta dietro lemiciclo del consiglio regionale ricordando forse anche con un po di nostalgia la cattedra a Varese e Busto Arsizio, la città dove è nata, è sposata e ha due figlie. «E sono anche giornalista pubblicista». La laurea (vera la sua) è in Lettere Moderne alla Cattolica con tesi in storia dellarte e tanto di abilitazione allinsegnamento. Ma anche lavoro in galleria e i corsi di aggiornamento in gestione dei beni culturali e ambientali e museologia. Una leghista anomala verrebbe da dire in questi giorni di leghisti a caccia di lauree da acquistare in tutta Europa a suon di centinaia di migliaia di euro o da falsificare nel curriculum. E, invece, la Ruffinelli nella Lega cè da ventanni. E, racconta uno che la conosce bene in via Bellerio, «della Lega è il volto migliore: passione, cultura e militanza». Che già nel 1993 le sono fruttate un assessorato alla Cultura a Busto. Due mandati e poi lo Sport fino al 2006 quando entra in Regione al posto di Attilio Fontana che diventa sindaco di Verese.
A lei bustocca è impossibile non chiedere di Marco Reguzzoni e «cerchio magico». Bossiana o maroniana? «Nella Lega tutti stanno con Bossi». Ha ragione lei. E Maroni? «Un ottimo ministro dellInterno». Uno che soprattutto ha fatto fare un salto di qualità nellimmagine e nella credibilità alla Lega. Ottimo il lavoro su «lotta alla mafia e immigrazione». Facile applicare la trama scontata della maroniana che sostituirà la bossiana (ramo «Trota») Monica Rizzi. Si dice che nella Lega di Busto, cerchista per definizione, non siano contenti della sua promozione. «Questo - risponde lei con garbo al giornalista della Prealpina - me lo sta dicendo lei, io non so nulla».
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