Ci sono quelli che hanno studiato la lezione e quelli (tanti) che si fermano disorientati davanti alle mappe con le 9 «zone tariffarie», domandano perchè ci sia Mi1-Mi3 e non esista Mi2. Battesimo del fuoco per la stangata Atm, l'azienda per fortuna ha schierato 101 addetti - la maggior parte in metrò, in assistenza ai distributori dei biglietti e ai tornelli) per evitare code. L'infoline alle 12 aveva già ricevuto 400 chiamate, gli Atm Point sono stati presi d'assalto da 2.300 persone. Sono 60mila le mappe a strappo con il disegno della rete da Milano a Monza e Brianza e le relative tariffe in distribuzione gratuitamente, 100mila i volantini informativi e 200mila le brochure che i tutor Atm già ieri hanno distribuito per tutto il giorno ai tornelli.
I vecchi biglietti da 1,5 euro sono validi fino al 12 ottobre e il debutto del nuovo ticket da 2 euro è stato ovviamente accolto dalle proteste del centrodestra che per mesi, in Regione e poi in Comune, ha cercato di evitare la stangata. Alle 18 davanti a Palazzo Marino i «colonnelli» della Lega (da Morelli a Cecchetti, Bolognini, Sardone, Bastone, Piscina a Bassi) hanno contestato il sindaco con bandiere, megafono e flash mob. Hanno esposto in piazza e per qualche minuto anche in aula, a seduta in corso, prima che venisse rimosso dalla polizia locale lo striscione con la scritta: «Aumento a 2 euro. Milano paga e tas», taci in milanese. «É una scelta illogica - ha gridato al megafono il capogruppo milanese e presidente della Commissione Trasporti alla Camera dei deputati Alessandro Morelli -, ben venga che sia passato almeno l'emendamento del Carroccio che prevede di reinvestire 4 milioni di incassi extra sul tema della sicurezza sui mezzi». E contesta la mail inviata ieri dal sindaco ai milanesi per spiegare le ragioni dell'aumento: «Non è comunicazione istituzionale ma una supercazzola politica, probabilmente l'ha inviata non rispettando le norme sulla privacy, faremo verifiche». I militanti di Forza Italia hanno distribuito volantini all'uscita di una decina di stazioni del metrò per spiegare come e perchè la stangata si poteva evitare («intanto perchè l'azienda di trasporti è in utile, i maggiori incassi servono al Comune per altre spese» sostiene il capogruppo azzurro Fabrizio De Pasquale).
Non entra nel dibattito il governatore Attilio Fontana che però puntualizza: «Sui due euro non metto lingua perchè non è una scelta della Regione. È una scelta che non abbiamo condiviso e che è stata fatta dal Comune di Milano. Posso parlare dell'integrazione del biglietto in tutta la Lombardia che stiamo ancora concludendo. Avevo detto al sindaco Sala che avrei avuto bisogno di un venti giorni in più: penso che per la fine del mese di luglio anche noi saremo pronti con la definizione dell'integrazione, che è sicuramente una cosa utile». Per la capogruppo dei deputati di Forza Italia Mariastella Gelmini «non si fa abbastanza per contrastare chi viaggia senza pagare il biglietto. L'aumento è una scelta sbagliata e ingiusta per i milanesi, ma evidentemente necessaria per la sinistra al governo della città che punta a riempire le casse comunali penalizzando lavoratori, studenti e anziani. Questione di priorità». E anche i 5 Stelle contestano: «Milano è già da tempo la città più tassata d'Italia, (11.
271 euro di Irpef in media a contribuente) ora ha pure il biglietto dei mezzi più caro d'Italia e, parametrato al costo della vita e al servizio offerto, tra i più cari d'Europa É vero che a Parigi il biglietto costa 1,9 euro ma ci sono 16 linee metropolitane. Il quadruplo. E la lettera del sindaco sembra fatta solo per indorare la pillola».
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