«La mia ricetta per l'autonomia del merito»

Mettiamola così: i complimenti pubblici del presidente lombardo Roberto Maroni al vice Mario Mantovani sono stati un bel segnale di distensione. L'occasione per smussare le tensioni nate dalla discussione sulla riforma alla Sanità è stata la presentazione del libro di Mantovani «Lombardia migliore? Sì, Lombardia autonoma». Una sorta di avvio ufficiale della stagione referendaria che, la prossima primavera, chiamerà al voto i lombardi perché si esprimano sulla volontà o meno di diventare regione autonoma.

Senatore, l'autonomia di cui parla lei è ben lontana da quella in salsa leghista.

«Vent'anni fa Bossi ebbe un'ottima intuizione. Ma oggi di quel federalismo abbiamo in mano solo un pugno di mosche. È stato declinato sotto mille voci (federalismo fiscale, federalismo demaniale, eccetera). Ma di fatto la Lega non ha raggiunto il suo obbiettivo. Anzi, sta prevalendo la volontà di riaccentrare i poteri allo Stato. Noi non siamo per le ruspe ma cerchiamo di risolvere i problemi senza urlare».

E li risolverete con una formula di autonomia diversa anche dalla linea formigoniana?

«Formigoni voleva un'autonomia dello statuto. Io parlo invece di autonomia del merito. Vanno premiate le regioni che, come la Lombardia, sostengono le imprese e le famiglie, sono virtuose nei bilanci e governano bene. Chi meglio opera viene premiato con l'autonomia».

Vantaggi per la Lombardia?

«Ad esempio trattenere il 75 per cento delle tasse in Regione. Non è poco».

Il referendum darà più valore a questo progetto?

«Certamente. Siamo per una formula partecipativa. L'autonomia di vecchia concezione è démodé. Con il carico di voti del referendum potremo mandare Roberto Maroni a Roma per chiedere più autonomia».

Il calcio d'inizio alla campagna referendaria lo dà Forza Italia.

«E proprio da qui ripartiamo. Noi siamo persone con esperienza e consideriamo le tasse la morte del lavoro e della famiglia. Amministrare una Regione non equivale a governarla. Noi vogliamo governarla.

A cominciare dalla sanità.

«Oggi, solo per la gestione del fondo sanitario regionale, dobbiamo parare i colpi, chiedere soldi, subire i tagli lineari, barcamenarci per gestire le risorse. In generale è come se avessimo una Ferrari con le ruote di una Topolino».

Come si ridisegnano i rapporti con la Lega?

«Credo che la Lega possa dire la propria, ma si renda conto che senza Forza Italia non va lontano».

Quindi il Carroccio dovrà sposare la formula dell'autonomia del merito che, di fatto, è

targata Forza Italia?

«Ma nel mio saggio, oltre a cifre, calcoli ed esempi, cito anche Gianfranco Miglio. E concetti dei padri del federalismo. Mi piace molto una frase di Cattaneo: “la Lombardia è un deposito di fatiche”».

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