Si chiama Pride Week. E sotto la Madonnina ci si appresta a celebrarla come si deve, secondo l'Amministrazione comunale che dal 2011 la patrocina, stavolta guidata dal sindaco Giuseppe Sala. E cioè come «una straordinaria manifestazione di libertà». Quindi la settimana che precede la parata del 24 giugno, con il suo quindicesimo orgoglio gay milanese che avrà come madrina, Paola Barale, come testimonial la cantante Alexia e tra i partecipanti proprio il primo cittadino - da venerdì 17 a domenica 25 sarà dedicata innanzitutto all'allargamento del proprio quartiere generale. Non più solo via Lecco e via Panfilo Castaldi, dunque, come sede degli spettacoli e degli stand, ma anche tutta l'area compresa fra le zone verdi dei bastioni di Porta Venezia, le scalinate di viale Vittorio Veneto, piazzale Lavater fino a largo Bellintani.
L'assessore alla sicurezza Carmela Rozza si spinge a parlare addirittura di pride square. E spiega che «si farà tutto il dovuto per impedire la presenza di venditori abusivi di bevande in bottiglie di vetro, soprattutto durante la grande parata di sabato 24 pomeriggio, da piazza Duca d'Aosta a Porta Venezia».
I commercianti e i gestori dei locali notturni su via Lecco e via Castaldi hanno accettato un codice di autoregolamentazione per cercare di contenere gli schiamazzi nelle ore dopo la chiusura degli esercizi. E già durante questa settimana del Pride saranno sul campo i nuovi steward volontari incaricati di aiutare la polizia locale, pagata dagli stessi gestori dei locali della pride square per tenere sotto controllo il rumore creato dalla forte concentrazione di persone intorno ai locali.
L'assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, ha detto che in questa occasione «saranno consegnate agli esponenti della comunità le chiavi dei due beni immobili confiscati alla mafia che diventeranno comunità rifugio per giovani discriminati e costretti a lasciare le famiglie per via del loro orientamento sessuale». Un «gesto» che ha suscitato più di una polemica nel centrodestra.
«Premesso che il mio non è un discorso omofobo e che anzi non amo veder ghettizzati i gay in zone create appositamente per loro come se si trattasse di una sottospecie di esseri umani, mi piacerebbe che le istituzioni concedessero questi beni immobili agli anziani, alle giovani coppie o ai padri separati» sottolinea Max Bastoni, consigliere comunale della Lega Nord.
«Sono lunghi gli elenchi del Comune di chi aspetta da anni e senza risultato una casa perché non ce ne sono di disponibili da assegnare - continua Bastoni -. Concludendo, ognuno fa della propria vita privata ciò che meglio crede, l'importante sarebbe non trascendere, non permettere alle coppie gay di adottare bambini e non utilizzare fondi pubblici per iniziative nonsense».
Prepariamoci quindi a una settimana ricca di eventi culturali, sociali e sportivi in nome dell'orgoglio gay milanese. E che, nella passata edizione ha visto ben 80 eventi organizzati da 40 associazioni impegnate sul territorio.
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