La Milano del cinema si mette in mostra

Da oggi al 31 agosto pellicole e locandine racconteranno tutti i film girati in città

Massimo M. Veronese

É una storia che parte da lontano, addirittura dall'inizio del secolo scorso quando Milano ridisegnò molti dei suoi locali per regalare ai cittadini le meraviglie del neonato cinematografo. La Milano del cinema è discreta, non si fa notare molto, c'è, come diceva un vecchio slogan pubblicitario, ma non si vede. Eppure ha fatto la storia del cinema con film come «Miracolo a Milano» di Vittorio De Sica, «Rocco e i suoi fratelli» di Luchino Visconti, «La classe operaia va in paradiso» di Elio Petri o «Sbatti il mondo in prima pagina» di di Marco Bellocchio. Pezzi di storia d'Italia.

Anche per questo l'omaggio che «Milanifesto», organizzata dall'associazione culturale «Work in art» in collaborazione con Fondazione Cineteca Italiana, fa alle pellicole girate in città è una specie di risarcimento, un onore al merito che mancava. Due mesi e mezzo di mostra e di rassegna presso il foyer di Spazio Oberdan Milano, da oggi al 31 agosto. «Milanifesto», come spiega l'organizzazione, è una mostra che parla di Milano attraverso il cinema con una selezione di locandine del periodo che va dagli anni Sessanta agli Ottanta provenienti dalla collezione privata di Vito Elia, volto noto anche come opinionista tv.

Nata da un'idea di Lapo De Carlo, «Milanifesto» racconta proprio attraverso le immagini, le sequenze cinematografiche e i manifesti, i mille cambiamenti di una città in continua trasformazione. Non solo racconta, ma scopre, svela, i luoghi, le vie, le piazze, i palazzi che hanno fatto da sfondo o da set ai film. E come in ogni giallo non mancano posti insospettabili, facce che non ci sono più, vie che non sembrano più le stesse.

Come spiegano gli autori dell'iniziativa, che nella Milano del cinema hanno messo testa e cuore, la locandina non è solo lo spot del film, ma un oggetto di culto, nato quando il manifesto era arte, nel periodo del suo massimo splendore, quando grafica e pittura si sposavano in modo artigianale in un modo che non si è visto più. La locandina che si stacca dal film e vive di vita propria.

Spiega Lapo De Carlo: «Rispetto alla prima edizione ci sono i film che verranno proiettati ogni settimana. Poi siamo in una posizione comoda per tutti: è la cultura che va incontro alle persone e non viceversa». Tre gli appuntamenti di giugno, tutti in pellicole 35 mm provenienti dall'archivio della Cineteca Nazionale di Roma: si comincia con «La rimpatriata» di Damiano Damiani, «Svegliati e uccidi» di Carlo Lizzani, mai editati in dvd, e il classico «Banditi a Milano».

Ogni settimana poi sul canale tv Milanow in diretta dalle 16 alle 17 uno spazio dedicato alla storia del cinema di Milano. Insomma cinema, tv e arte. Come diceva Cocteau: «Il cinema è la scrittura moderna il cui inchiostro è la luce».

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