Mister Formigoni se ne va e Maroni dà la formazione

Roberto Formigoni in cravatta fucsia, Roberto Maroni in cravatta verde. Sono le note di colore del cambio di consegne avvenuto ieri a palazzo Lombardia. Il leghista neo presidente della Regione prende il posto del predecessore, che abitava le sale regionali da quasi diciotto anni. Il segno del comando è più che mai pacifico: il campanellino usato per presiedere i lavori di giunta. Formigoni l'aveva fatto suonare anche il giorno delle dimissioni dello scorso consiglio regionale per esprimere il “si va tutti a casa”. Tra i due un abbraccio e un bacio. E l'ex presidente esce soddisfatto: «Sono contento del lavoro svolto e orgoglioso della squadra che mi ha affiancato in questi diciotto anni. E sono contento della continuità».
Maroni dà appuntamento per oggi pomeriggio per svelare la squadra. Ma conferma subito il nome di Andrea Gibelli quale segretario generale che subentrerà al posto di Nicola Sanese. Gibelli lascia così l'importante incarico di vicepresidente della Regione con delega alle Attività produttive per assumere l'altrettanto importante ruolo da grand commis di Palazzo Lombardia. Sanese e Gibelli, presenti entrambi al fianco dei loro “presidenti”, hanno fatto anche loro un commosso passaggio di consegne.
Maroni rassicura i dubbiosi (e soprattutto le dubbiose) di aver rispettato le promesse della campagna elettorale: sette assessorati alle donne e sette assessorati agli uomini. Poi spiega che la sua priorità è il lavoro. Lo dirà con un gesto simbolico, l'intitolazione della Sala dei 500 a Marco Biagi, il giuslavorista ucciso undici anni fa esatti dalle Brigate rosse sotto la sua casa di Bologna. La legge su lavoro e occupazione che porta il suo nome fu varata nel 2003, quando ministro del Welfare era proprio Roberto Maroni. Poche settimane prima di essere ucciso Biagi aveva illustrato il Libro Bianco, che raccoglieva le sue proposte sulla riforma del mercato del lavoro. «Un modo per onorare la memoria di una grande persona e di evidenziare il nostro impegno per il lavoro» le parole di Maroni.
Ieri la Corte d'Appello ha proclamato il presidente e gli altri settantanove consiglieri. La prima seduta dell'assemblea, giunta alla sua decima legislatura, si terrà il 27 o il 28 marzo.
Mancano gli ultimi ritocchi alla giunta, resta possibile qualche passaggio di deleghe. La struttura, a meno di colpi di scena, sembra però destinata a rimanere invariata. Mario Mantovani sarebbe vicepresidente e assessore alla Sanità. Maurizio Del Tenno avrebbe la delega alle Infrastrutture, Mario Melazzini a Attività Produttive e Ricerca, Valentina Aprea a Scuola, Lavoro e Formazione, Alberto Cavalli a Commercio e Turismo, Paola Bulbarelli alla Casa, Viviana Beccalossi all'Urbanistica.
Qualche ritocco da fare anche sugli assessori di area Lega.

I sicuri sono Massimo Garavaglia al Bilancio, Antonio Rossi allo Sport, Gianni Fava all'Agricoltura, Maria Cristina Cantù al Welfare, Claudia Terzi all'Ambiente. Per le altre due deleghe circolano i nomi di Simona Bordonali e Francesca Brianza.

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