Moschea inagibile, impianti pericolosi

Sopralluogo di Vigili del Fuoco e Ats. Firmata una diffida all'accesso

Moschea inagibile, impianti pericolosi

La «moschea» è inagibile, gli impianti non sono a norma, i Vigili del fuoco hanno riscontrato «un imminente pericolo di crollo» e invitano il Comune a intervenire a tutela della pubblica incolumità. È il risultato di recente sopralluogo condotto nella sede dell'Istituto islamico di viale Jenner, uno dei centri musulmani più discussi di Milano. Al di là delle gestioni controverse sul piano ideologico, la cosiddetta moschea oggi si trova in condizioni strutturali precarie, tanto che ne è stata decretata l'inagibilità. E il consigliere comunale leghista Massimiliano Bastoni va all'attacco e parla di una «vergogna» e chiama in causa Palazzo Marino, finora inerte su tutto il tema dei centri islamici irregolari (tanto che il sindaco ha escluso una sua competenza in proposito anche nel corso dell'ultimo Consiglio comunale). Il caso della moschea dell'Istituto culturale islamico è da tempo uno dei più problematici da ogni punto di vista, tanto che dopo le preghiere in strada e le proteste dei residenti, dieci anni fa la prefettura stabilì d'intesa col Comune di impiegare per le cerimonie del venerdì l'allora Palasharp di Lampugnano.

La sede di viale Jenner tuttavia è rimasta aperta, come sono rimasti i disagi lamentati dai residenti, che non hanno mai fatto mancare segnalazioni, anche nel corso di un Consiglio municipale di fine novembre. Raccolte le proteste, l'assessore municipale alla Sicurezza Andrea Pellegrini si è attivato, chiedendo a tutti gli enti competenti un intervento. «Regole e sicurezza - spiega il presidente Giuseppe Lardieri - quando arriva una segnalazione è doveroso rivolgersi agli enti competenti». Il sopralluogo è arrivato, il 9 mattina e il risultato citato nel rapporto evidenza varie situazioni a rischio. «Pericolosità del muro di separazione fra le aree cortilizie dell'istituto e quella corrispondente al civico 54», intanto. Inoltre «la struttura realizzata in mattoni risulta gravemente fessurata e deteriorata» e «inclinata». L'area davanti al manufatto è stata delimitata ed è stato firmato un verbale di diffida all'accesso. Rilevata inoltre anche un impianto cucina non conforme, ed è stata disposta al fornitore l'interruzione della fornitura di gas con l'apposizione dei sigilli. «Rilevando condizioni di imminente pericolo di crollo», il comando provinciale dei Vigili del Fuoco invita il Comune, «fino al ripristino delle condizioni di sicurezza strutturale», a «intraprendere tutti i provvedimenti» di competenza, per eliminare la situazione di pericolo segnalata a tutela della pubblica e privata incolumità. L'Ats, da parte sua, ha rilevato e messo per iscritto «problemi di natura impiantistica», elettrica e di riscaldamento. E ha diffidato dall'utilizzo «delle due stufe a pellet installate nella zona di culto». «Preso atto che la moschea abusiva di viale Jenner risulta pericolante fin dal 2016 - commenta Bastoni - l'ulteriore sopralluogo del 9 gennaio da parte di Polizia locale, vigili del Fuoco e Ats ha confermato lo Stato di profonda illegalità che dimora nel presunto centro islamico. Sto monitorando la situazione constatando come i frequentatori, non curanti della situazione di pericolo, continuino a oltrepassare la segnalazione anche con furgoni. Ci sono bambini che giocano ben oltre le segnalazioni di pericolo, ed esattamente al di sotto del muro di cinta pericolante e la presenza di passeggini nonché di neonati all'interno della struttura». «Il locale che a luglio presentava il cedimento di un solaio - dice ancora Bastoni - adesso è stato sovraccaricato con mattoni e materiale edile, compromettendone ancora di più la stabilità, con notevole rischio per le donne e i bambini che frequentano il piano inferiore». «Una situazione - conclude - già segnalata al Comune nel 2016 che, appare evidente, è rimasta lettera morta.

Una vergogna su cui il sindaco e i suoi assessori Rozza e Maran devono rispondere in Consiglio con estrema urgenza e agire per ristabilire la legalità. E soprattutto spiegare per quale motivo non si sia immediatamente provveduto. La tutela dell'islam prevale anche su rischi, è stato di diritto?».

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