Moschee a Milano in via Padova e al Palasharp

Una terza area, individuata a San Donato, potrebbe andare alla Chiesa evangelica

Moschee a Milano in via Padova e al Palasharp

Il centrodestra sfida la giunta: «Scriveremo i nomi dei vincitori in una busta chiusa e vedremo se la gara è così trasparente». Già, perchè quello sui luoghi di culto sembra - come tanti altri - un bando dall'esito già scritto- Il Comune aprirà tra un paio di settimane (venerdì il voto sulla delibera), gli spazi saranno assegnati entro fine anno. E ieri, finalmente, gli assessori Piefrancesco Majorino e Ada Lucia De Cesaris hanno svelato gli indirizzi: due aree e un immobile che potranno contendersi i circa 60 iscritti all'Albo delle religioni. Lo stabile era già stato centrato: si tratta effettivamente degli ex bagni pubblici di via Esterle, circa 1.490 metri quadri molto prossimi alla Casa della cultura islamica di via Padova diretta dal moderato Asfa Mahmoud che difficilmente si farà portare via il palazzo dai concorrenti. «Al massimo due luoghi per una stessa confessione» ha ribadito la giunta. E dunque, rispunta a sorpresa l'area del Palasharp, dopo che Majorino l'aveva categoricamente smentito ancora una settimana fa per negare rapporti particolari con il Coordinamento delle associazioni islamiche (il Caim) guidato da Davide Piccardo, la stessa area a cui ga riferimento anche il centro islamico di viale Jenner finito spesso al centro di polemiche e di indagini. Invece, a bando ci saranno 5mila metri quadri in via sant'Elia, alle spalle del maxi-tendone, nella superficie oggi occupata dal capannone della protezione civile. Il Caim aveva presentato al Comune mesi fa il progetto della maxi moschea su quell'area, non solo minareto ma anche un area servizi con ristoranti, biblioteca, hammam. E Majorino anticipa che oltre al bando per il culto ne verrà lanciato più avanti un altro per smantellare l'ex Palasharp e realizzare «un progetto per il quartiere, sport e altre funzioni». «Non è escluso» ammette che «potrebbe essere interessato chi vincerà il primo bando, certo serviranno molti soldi per la riqualificazione e il Comune non spenderà un euro». Ma il Caim aveva assicurato che i capitali erano l'ultimo dei problemi. Terza area, e a questo punto salvo colpi di scena l'unica su cui potranno battersi gli altri culti (sono iscritte associazioni buddiste, testimoni di geova ma in pole position sarebbe la chiesa evangelica) è vicino alla stazione Mm San Donato e al parcheggio di corrispondenza Atm, uno spazio di 3.400 metri quadri dismessi in via Marignano. Il centrodestra in Regione, e lo stesso governatore Roberto Marino, hanno annunciato una legge anti-moschee e invitato il sindaco a non prendere iniziative. La vice De Cesaris non teme le minacce del Pirellone: «Può anche cambiare la legge, ma noi ci siamo attenuti alla Costituzione che assegna ai Comuni i poteri in materia urbanistica e nel Pgt queste aree sono destinate a servizi, anche religiosi».

Il centrodestra si mobilita. L'area del Palasharp, attacca il capogruppo Fi Pietro Tatarella, «è stata scelta ad hoc per il Caim, che ha già annunciato che l'opera sarà finanziata dal Qatar, Paese che riconosce e sostiene i Fratelli musulmani- La giunta sta chiudendo con troppa fretta la partita senza valutare con attenzione i rischi legati al terrorismo».

Fi manifesterà sabato in ciascuno dei tre luoghi, Fdi alle 15 con un presidio in piazza Duca d'Aosta, la Lega raccoglierà firme per un referendum ai gazebo e chiama i milanesi in piazza Duomo contro la moschea il 18 ottobre.

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