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«La movida a Rho e la nuova Darsena ci rubano i clienti»

Il vicepresidente dei ristoratori: «Prezzi stracciati e piazze rifatte rischiano di far chiudere i locali»

«La Darsena e il mercato metropolitano, piazza Gae Aulenti e lo Scalo di Porta Romana: le nuove piazze della movida e della ristorazione low cost e Expo stanno mandando gambe all'aria il sistema della ristorazione milanese». Parola di Alfredo Zini, vicepresidente di Epam, l'associazione dei ristoratori milanesi. Tradotto: stanno sottraendo clienti creando quell'effetto svuota Milano di cui si lamentando i ristoratori milanesi.

Milano di sera è spenta, deserta e abbandonata si lamentava ieri Lino Stoppani, presidente di Epam, mentre l'assessore comunale al Commercio Franco D'Alfonso sostiene il contrario...

«I nuovi poli dello street food, come appunto il Mercato Metropolitano o Porta Romana, le edicole che si trasformano in bar, la grande distribuzione che invade il mercato con i piatti pronti stanno facendo una concorrenza micidiale: in città è aumentata l'offerta riducendo ovviamente i costi».

Non si tratta di target diversi?

«Sì anche perché non è detto che dove ci sono i grandi numeri ci sia necessariamente un aumento degli incassi».

Il caso della Darsena insegna: tantissimi giovani si ritrovano in Darsena per chiacchierare, magari portando le birre da casa...

«Sì o comprandole dagli abusivi e da chi pratica prezzi stracciati.... non è così automatico però che i locali dei Navigli siano più affollati grazie alla Darsena riqualificata. Quello che possiamo dire è che la città corre a tre velocità: va fortissimo la ristorazione tradizionale negli assi turistici classici come piazza della Scala, Duomo, Galleria, il Cenacolo. Poi c'è la città dei grandi eventi...».

Cioè?

«I concerti di San Siro - penso solo a Jovanotti o Vasco Rossi - hanno registrato il tutto esaurito. E le nuove fermate della metropolitana lilla hanno completamente spostato i flussi: migliaia di persone che hanno preso il metrò per andare a San Siro hanno affollato per esempio i locali della zona Cenisio, da Paolo Sarpi a Procaccini».

Terza?

«La città dei cantieri, che è ferma».

Poi c'è il discorso della nuova movida Expo, con il biglietto a 5 euro...

«Bisogna anche tenere conto di quello che è il limite di spesa del turista Expo, che viaggia in famiglia e che deve sostenere anche il costo del biglietto. Non solo, se si entra dopo le 19 non si visitano i padiglioni e allora è chiaro che si cerca di trovare alternative per attirare i turisti».

Milano ha un cartellone di 70mila eventi, raccolti sotto il logo «Expo in città»...

«Si ma qui sta il grande difetto e colpa degli organizzatori: questi eventi sono comunicati malissimo, senza sfruttare per altro la tecnologia. Ci vuole una giornata per spulciare il libretto e trovare cosa fare la sera. Qui si sarebbe potuto lavorare molto meglio per rendere più attraente la città. Bisognava comunicare di più e meglio. Non solo...».

Che altro?

«L'altro grande difetto è che il cartellone è, come al solito, “Duomocentrico”.

Si sarebbe potuto invece puntare di più sulle periferie, o comunque distribuire gli eventi, anche di natura più popolare, per il grande pubblico, in piazze normalmente poco frequentate, proprio per rivitalizzare la città».

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