Nel Pd è già tutti contro tutti per scegliere il dopo Pisapia

Usando il nome di Renzi, ogni corrente gioca la sua partita Intanto l'Ncd lancia il manifesto per riunire il centrodestra

Dopo il passo indietro di Giuliano Pisapia, il Pd si trova alle prese con tre problemi: dare le carte, marcare un rinnovamento forte, tenere insieme tutti. Tre esigenze non facili da conciliare. Se tutti sono renziani, poi, nessuno è renziano. Perciò si accavallano, ambizioni, soluzioni, ricette, linee diverse. In uno scenario che dà l'impressione del caos. Alla fine la cosa più probabile è che Matteo Renzi si svegli un mattino e tiri fuori dal cilindro un nome nuovo, non strettamente organico al partito. Indipendente, esponente della società civile, di «area Pd». Insomma, un nuovo Pisapia, più «moderno», più centrista. Ecco come vengono fuori nomi come quello del manager Andrea Guerra, ed ecco perché tornano sempre figure come quella di Giuseppe Sala, commissario di Expo.

D'altra parte i renziani milanesi sono alle prese con un problema apparentemente irrisolvibile: un nome forte non c'è. E nel fine settimana, fra un seminario dedicato agli amministratori locali e una convention di corrente in Regione, approderanno a Milano il vicesegretario Lorenzo Guerini e la ministra Boschi.

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