Cronaca locale

Niente case chiuse. La sinistra vuole le "coop" del sesso

Majorino (Pd): "Contro lo sfruttamento meglio i liberi consorzi delle lucciole"

Niente case chiuse. La sinistra vuole le "coop" del sesso

Parte dalla Milano arancione l'abbattimento di uno degli ultimi tabù di una parte della sinistra italiana, la legge Merlin. La proposta di creare quartieri a luci rosse, lanciato dal sindaco di Roma Ignazio Marino, è rimbalzata tra i gruppi di piazza Scala. «Al sindaco Marino - premette l'assessore comunale al Welfare Pierfrancesco Majorino (Pd) va certamente il merito di aver aperto un dibattito su un tema per altro scomodissimo, detto ciò io sono contrario, e la mia è una posizione personale, alla zonizzazione». Intanto se si parla di creare dei quartieri a luci rosse - argomenta l'assessore - bisogna anche dire «dove e come» ma «soprattutto in assenza di un intervento a livello nazionale a sostegno della liberazione delle schiave il rischio è una ghettizzazione del fenomeno». Nel primo semestre 2014, ha riferito Majorino, sono state 49 le persone prese in carico dal Servizio Tratta del Comune «il primo tema da affrontare è la liberazione di queste persone, con azioni sociali precise e con una azione repressiva da parte delle forze dell'ordine».

La soluzione? Premesso appunto che serve un quadro legislativo nazionale «penso a delle forme di libere associazioni di donne» spiega Majorino. Le case chiuse - il ragionamento - non forniscono una garanzia rispetto allo sfruttamento delle donne, in una parola «possono essere pericolose». L'idea delle coop di lucciole era stata lanciata dall'allora ministro della Solidarietà Sociale Livia Turco nel 2000: «La legge Merlin rivista - aveva spiegato - potrebbe consentire l'esercizio della prostituzione all'interno delle case, magari prevedendo anche un esercizio cooperativo delle donne nella gestione». «Sono contento che l'assessore Majorino appoggi la proposta delle cooperative di prostitute - chiosa il coordinatore di FdI in consiglio regionale Riccardo de Corato - che avevo presentato alla Camera nel 2008 come progetto di legge. Cooperative che sono uno dei punti di arrivo della legge regionale per il referendum per la parziale abrogazione della legge Merlin».

Sul quartieri hot divisa la sinistra radicale: se Luca Gibillini e Mirko Mazzali aprono al tema, Anita Sonego si dice «allibita». «Sel ha votato a larga maggioranza in Congresso una mia mozione per la regolarizzazione della prostituzione - ricordava il consigliere Luca Gibillini - soprattutto perché è un modo per tutelare prevalentemente le donne, colpire la malavita e riconoscere che esiste una questione prostituzione in Italia». «La situazione come è adesso va bene? - si chiedeva polemicamente il capogruppo di Sel Mirko Mazzali -. Poi è chiaro che si devono evitare i ghetti, si deve creare un luogo dove ci sia anche un aiuto sanitario e psicologico, che abbia come scopo quello di aiutare le persone che non vogliono più prostituirsi». Non la pensa così Anita Sonego, presidente della commissione Pari Opportunità (Federazione per la sinistra): «Sono rimasta allibita della proposta del quartiere a luci rosse. I consiglieri (non a caso, forse, maschi) pensano di risolvere un problema storico “identificando uno spazio evidentemente isolato dove avviare questa sperimentazione”?»

Anche Pietro Tatarella, capogruppo di Forza Italia apre al tema ricordando di aver votato il referendum della Lega per l'abolizione della legge Merlin: «Sarebbe stato opportuno studiare una soluzione al problema anche in vista di Expo.

Se in strada domina il racket - osserva - è anche vero che si leggono già centinaia di annunci di ragazze che esercitano in appartamento in città».

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