Milano fa suo un altro grande evento e ritrova il Salone dell'automobile. Dall'altra parte, Torino perde (il danno economico calcolato supera i 4 milioni), dopo cinque anni di crescita continua, il Parco Valentino Motor Show, la cui formula «open» - nel senso che si svolge nel «polmone» della città e ha l'ingresso gratuito - verrà più o meno scopiazzata in altre parti del mondo, per esempio nel 2020 a Detroit. L'evento, che coinvolgerà Milano e l'autodromo di Monza, si svolgerà dal 17 al 21 giugno del prossimo anno. Nel capoluogo a essere interessate saranno le aree di City Life, simbolo di innovazione e città del futuro, e del Parco Sempione.
Rispetto alla formula che il patron Andrea Levy aveva studiato per Torino, quella milanese si preannuncia con delle novità. A esempio, gli stand per l'esposizione dei nuovi modelli dovrebbero essere collocati nell'area dell'autodromo di Monza, mentre nelle superfici predisposte all'interno della metropoli lombarda, l'evento ruoterebbe sulla mobilità green con test drive aperti al pubblico di veicoli elettrici, ibridi e a idrogeno, insieme ad altre iniziative. Un modo, questo, per tranquillizzare chi, all'interno di Palazzo Marino, continua a non vedere di buon occhio una rassegna con quattro giorni «open» dedicati alle automobili.
Di sicuro, la sera del 17 giugno si terrà la sfilata dei presidenti, all'interno della quale i numeri uno delle Case automobilistiche percorreranno le vie della città alla guida dei modelli che il pubblico ritroverà poi sugli stand. La novità potrebbe essere che la sfilata si concluderebbe proprio all'autodromo di Monza.
Per il Salone di Milano, al quale sarà dato un nome (Formula Sempione?), i soggetti in campo sono tre: l'organizzatore Andrea Levy, il quale si è visto costretto a dare il benservito alla giunta pentastellata di Torino (il vicesindaco Guido Montanari, conosciuto come «signor no» e grande nemico dell'auto, aveva augurato quattro giorni di grandine sull'ultimo Valentino); il sindaco del capoluogo lombardo, Beppe Sala; e Geronimo La Russa, presidente di Automobile club Milano.
«Sarà un grande evento internazionale» dice il presidente di Parco Valentino, Andrea Levy. E a parlare sono, soprattutto, il sindaco Sala e La Russa. «Tutto è ancora da definire - commenta Sala - e da parte nostra non c'è alcun atteggiamento ostile verso Torino. Non ci sono ancora stati incontri. Vediamo la proposta: se è di buon senso, perché non fare questo Salone? È importante che avvenga prima di tutto un'analisi tecnica». Inutile dire che, per Milano, un Salone del genere porterebbe ultriori benefici ecomici, accendendo nuovi riflettori su una città in questo momento lanciata verso le Olimpiadi invernali del 2026 e ricca di eventi, come il Salone del mobile e quello della moto (Eicma), di portata mondiale.
«Tutti insieme dovremo fare squadra per realizzare un evento all'altezza delle aspettative - precisa il presidente di Aci Milano, La Russa -. È un evento che non rappresenta gli inquinatori, bensì un'industria, lo sport e una storia. A Milano e in Lombardia abbiamo una grande tradizione motoristica, basti pensare al Gran Premio d'Italia che quest'anno festeggia le 90 edizioni, al Museo Alfa Romeo di Arese, ai marchi che hanno scritto la storia dell'automobilismo esportando la creatività, il know how e il prestigio italiani nel mondo: Alfa Romeo, i grandi carrozzieri, Isotta Fraschini e Innocenti.
L'Automobile club di Monaco ha poi confermato anche per il 2020 la partenza da Milano del Rallye Monte-Carlo Historique. Sono convinto che il nostro territorio saprà affrontare, vincendola, anche questa sfida entusiasmante».
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