Vittorio Sgarbi, neosindaco di Salemi - prima capitale dItalia - con il piglio garibaldino si prepara a sbarcare a Milano: «Il mio ritorno significa ridare un po di vitalità a unamministrazione che ha degli assessori la cui mancanza di sensibilità e cultura è abbastanza sconcertante». «Venerdì sarò in giunta con tutta la crudeltà possibile» aveva detto lunedì sera alla notizia della sua vittoria contro la revoca del suo incarico di assessore da parte del sindaco l8 maggio scorso. Passata leuforia revanchista ieri pomeriggio dichiarava: «Non torno per fare polemica, ma con atteggiamento aperto al dialogo. Non ho nessuna intenzione di rimanere in giunta in una posizione di conflitto, ma voglio discutere in una condizione di parità lipotesi di uneventuale rinuncia al mio ruolo di assessore. Si potrebbe dunque trovare un incarico che sia utile a me e alla città». Sembra addirittura che le posizioni si siano ribaltate con giunta e consiglieri della maggioranza che inneggiano al ricorso al Consiglio di Stato e si preparano a salire sulle barricate.
Il sindaco tira fuori il suo asso nella manica: ripresentare la revoca della nomina seguendo la procedura e motivando la decisione, presa, forse, non da sola. Nessun conflitto, dunque, ma un allontanamento consensuale. E se questo non fosse sufficiente, la Moratti si riserva di ricorrere al consiglio di Stato. «Di motivi per ricorrere al Consiglio di Stato ce ne sono - spiega il direttore dellAvvocatura comunale, Maria Rita Surano -. La sentenza del Tar è assolutamente e sicuramente impugnabile. È il sindaco che forma léquipe per la realizzazione del suo programma e che risponde di questo».
Una cosa è certa: in Giunta non lo aspettano a braccia aperte. A partire da Giovanni Terzi, assessore al Tempo libero: «È paradossale. È come se un calciatore escluso dallallenatore facesse ricorso e fosse riammesso nella rosa. Il sindaco - ha aggiunto Terzi - ha tutte le deleghe e le concede sulla base di un rapporto di fiducia: se manca, dignità vorrebbe che si lasciasse stare, a meno che uno non sia particolarmente attaccato alla poltrona». «Chiediamo al sindaco - dice il capogruppo di Forza Italia, Giulio Gallera - di ricorrere al Consiglio di Stato». «È una vicenda un po surreale - commenta Maurizio Cadeo, assessore allArredo urbano - la differenza tra i giudici del Tar e il sindaco Moratti, comunque, è che lei è stata eletta dai cittadini con centinaia di migliaia di voti». «Milano non lo rimpiange di certo - risponde Franco De Angelis, capogruppo del Gruppo misto in consiglio - è un solista che non rispetta la collegialità».
Qualcuno disposto a difendere il critico fuori dalle righe, però, cè, in primis il centro sociale Leoncavallo che tutto ha guadagnato dalla sua azione: «Sgarbi ha portato in città un vento nuovo - risponde Daniele Farina, storico portavoce -. Dal suo ritorno Milano può solo guadagnare». «Stimo Sgarbi - spiega Gisella Borioli, membro del comitato di otto consulenti per la cultura - bene quindi il suo ritorno in Giunta, purché con un atteggiamento di apertura e di dialogo». «Bisogna riconoscere che Sgarbi ha dato una svolta alla cultura, ha fatto un lavoro molto importante» lo difende Tiziana Maiolo, assessore alla Attività produttive.
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