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Non solo per cena Al carcere di Bollate si va anche a teatro

Dopo il ristorante dietro le sbarre debutta la rassegna di spettacoli E i detenuti si cimentano sul palco

Marta Calcagno BaldiniSe vostra moglie nelle prossime sere vi inviterà ad una serata in carcere, non dubitate: non vuole accompagnarvi in un posto dove lasciarvi imprigionati. Quello di Bollate a Milano è il primo in Italia che propone ai detenuti determinati progetti che potrebbero aiutarli a far nascere in loro nuovi interessi e a costruirsi un futuro per quando usciranno. Se l'invito di vostra moglie è rivolto a Bollate, quindi, non andrebbe rifiutato, anzi, si può rivelare un modo originale per trascorrere una serata insolita. In un luogo particolare come il carcere.È cominciata il 10 marzo, infatti, «F/e.s.t.i.a!», la rassegna che fino al 13 maggio apre le porte del teatro nel Carcere di Bollate per assistere ai migliori spettacoli prodotti dal 2003 ad oggi, da quando, cioè, nasce la Cooperativa Estia, associazione culturale che ha come obbiettivo ultimo quello di «favorire il reinserimento sociale e professionale di persone detenute ed ex detenute». Dopo ore ed ore di prove, gli attori di sentono pronti e vanno in scena.Dopo «Pinocchio», primo spettacolo completamente autogestito dai detenuti e realizzato da Estia a Bollate, se ne attendono altri sei. Una vera e propria rassegna teatrale, ben articolata e studiata. Tra i vari lavori come «Ci avete rotto il caos!», dal 17 al 19 marzo, che parte dalla violenza di un gruppo di black block in una manifestazione e delinea i contorni della vita di «un ladro gentiluomo» e di una baby-gang, di diverso genere sarà «Ora d'aria» per il 7 maggio, un concerto di e con Paola Franzini, che non è una detenuta: il processo di reinserimento, infatti, avviene anche lasciando a persone civili incensurate la possibilità di seguire il corso di teatro con i carcerati e, come nel caso della Franzini, di portare in scena, poi, il proprio lavoro. «Quella di iscrivermi a questo corso è stata una scelta motivata dal desiderio anzitutto di fare teatro dice la Franzini -, non tanto del volontariato. E, paradossalmente forse, quello che più mi ha colpito è stata la sensazione di libertà che provavo durante quelle lezioni». «Se noi riusciamo a coinvolgere circa cinquanta persone ogni anno che sono già detenute a Bollate dice Michelina Capato Sartore, fondatrice di Estia-, e di cui poi solitamente una quindicina è molto partecipe mentre le altre meno, sono poi frequenti i casi di esterni che seguono le nostre attività». La rassegna si conclude il 13 maggio con «Camerieri della vita», una vera e propria cena-spettacolo con intrattenimento teatrale. La cucina è della cooperativa Abc che è quella che lavora In Galera, primo ristorante in un carcere d'Italia. Che si rivela essere un ottimo dopo teatro, per una serata fuori dai soliti schemi. Tra il programma di Estia, il servizio di catering, il vivaio interno, il ristorante e tanti altri progetti, a Bollate amano «pensare in grande.

Ascoltiamo le esigenze della popolazione detenuta e studiamo insieme il loro futuro sulla base di un percorso di consapevolezza».Indirizzo: II Casa di Reclusione di Milano- Bollate. Via Cristina Balgioioso 120, Milano (MM1 Rho Fiera). Per prenotazioni e info: www.cooperativaestia.org, 331-5672144.

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