Il fascicolo sullaffaire Sea è una patata bollente in Procura. Prima che faccia luce linchiesta, il centrodestra apre unindagine interna a Palazzo Marino. E convoca già mercoledì i primi «testimoni» chiave della gara su Sea, sotto accusa dopo che è spuntata lintercettazione in cui il patron di F2i Vito Gamberale raccomanderebbe a un esponente del Pd toscano un «bando su misura». Nellaula della Commissione di controllo delle società partecipate, lunica assegnata ad un presidente dellopposizione, il Pdl Giulio Gallera ha invitato il direttore centrale del settore al Bilancio Michele Petrelli, che ha lavorato fianco a fianco con lassessore Bruno Tabacci, e Mariangela Rimoldi del settore Partecipate, in capo al dg Davide Corritore. «Emergono ombre vogliamo chiarimenti dai dirigenti che hanno lavorato alla stesura del bando - anticipa Gallera -. Qualcuno ha fatto pressioni? Chi hanno incontrato in quel periodo?».
La Lega ha minacciato il blocco dei lavori daula già lunedì se Giuliano Pisapia non interverrà sul caso. «Non capisco su cosa devo fare chiarezza, è talmente palese, tutto è stato fatto con il massimo della trasparenza. Interverrò se necessario» ha replicato ieri il sindaco. Mostrando una calma (almeno) apparente. «Sono non tranquillo, ma tranquillissimo, tutto si è svolto in trasparenza davanti a migliaia di milanesi che hanno potuto seguire liter del bando fatto per la cessione - ha assicurato -. Il fascicolo? É una notizia vecchia e si sapeva già di questa iscrizione a modello 45, ovvero laddove non si verifica notizia di reato». Ma ieri la Procura ha aperto uninchiesta per turbativa dasta. Non è una bolla di sapone.
Le polemiche rafforzano il no della sinistra radicale alla vendita di altre quote Sea. Domani alle 18 Pisapia ha convocato un vertice con la giunta sul Bilancio, ma inevitabilmente terrà banco laffaire Sea. E il coordinatore provinciale del Pd Roberto Cornelli auspica «a breve una riunione dei partiti di maggioranza sulle strategie per le partecipate e le priorità» fermo restando che «non ci sono tabù sulla vendita degli scali». E decolla un asse tra Comune e Provincia. Lipotesi di una dismissione congiunta delle quote, «è molto interessante, dobbiamo valutare se è possibile dal punto di vista istituzionale - anticipa Pisapia -, se si trasformasse in un bando comune sarebbe un segnale forte visto che le giunte sono di orientamento diverso». Ci sarà un incontro la prossima settimana. Pisapia non esclude neanche il ritorno al passato, la quotazione in Borsa («valuteremo»). Piano «b» alla vendita che piace anche alla sinistra e anche ad esponenti del Pd come Stefano Boeri. Il presidente Guido Podestà assicura che i tecnici della Provincia «sono già al lavoro sulla stesura del bando per mettere sul mercato in tempi rapidissimi il nostro 15%», ma «potremmo vendere con il Comune» ammette.
Ombre sul bando, cessione in bilico
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