Ora macellerie e pescherie vogliono fare l'happy hour

I commercianti potranno vendere specialità da mangiare al momento come in gelateria

Ora macellerie e pescherie vogliono fare l'happy hour

Macellerie e pescherie come i kebabbari, come le gelaterie. Presto potranno vendere carne e pesce crudi da consumare al momento, «al cartone». Avranno tavoli e banchi all'interno e all'esterno del locale dove i clienti potranno appoggiarsi per mangiare.

Dovranno però rispettare due regole: niente sedie o tavole apparecchiate e niente vendita di bevande. Semmai, potranno dotarsi di distributori automatici con lattine e bottigliette. La rivoluzione però li può aiutare ad ampliare la clientela e a ringiovanire il giro dei consumatori. Cosa di cui hanno bisogno come il pane. Sia per far fronte alla crisi e alla concorrenza dei negozietti etnici, sempre più diffusi. Sia per rilanciare sulla moda vegana del momento che sta facendo allontanare i giovani da carne e pesce.

La categoria dei commercianti si è rivolta alla Regione con un'idea. E nelle prossime settimane la proposta del consumo mordi e fuggi diventerà legge. Giovedì il provvedimento approderà in commissione Attività produttive ed entro la fine di luglio verrà approvato dal Consiglio regionale. E così da settembre macellerie e pescherie potranno proporre piccole specialità di gastronomia da consumare in piedi, con piattini di carta, vassoietti o cartocci. Proprio come fanno già parecchie gastronomie o come avviene in pescherie ultra chic come Spadari o Claudio in via Cusani, dove l'aperitivo a base di pesce crudo è un must della movida milanese.

Questa opportunità ora l'avranno anche i negozietti di vicinato, quelli che ora stentano a far quadrare i conti a fine mese. In Lombardia ci sono 2.816 macellerie e 266 pescherie pronte ad accogliere la nuova sfida e a reinventarsi con tartare, bocconcini, carpacci, sushi e qualche leccornia di gastronomia fredda. La novità riguarda tutte le attività «di vicinato»: vale a dire i negozi con meno di 150 metri quadrati nei comuni sotto i 10mila abitanti e con meno di 250 metri quadri nei comuni con più di 10mila abitanti.

«La politica - sostiene Angelo Ciocca, presidente della commissione Attività Produttive - non deve essere sorda, ma deve essere capace di ascoltare e di agire. Tanto più quando ci si presenta di fronte una categoria di commercianti che fa una bella proposta e non si limita al mero grido di dolore sulla crisi». «In questo modo - aggiunge il consigliere Stefano Carugo (Ncd) - è possibile fornire servizi ulteriori alle città e accendere una competizione sana. Regalando un po' di ossigeno a chi lotta contro la crisi».

A storcere il naso verso la nuova versione di macellai e pescivendoli è Confcommercio, che teme forme di concorrenza sleale verso altri locali. «E così sarà - dichiara Giacomo Errico, presidente degli ambulanti e vice presidente di Confcommercio - Non è un'opportunità per combattere la crisi ma in questo modo si mettono in difficoltà i ristoranti che fanno i salti mortali per rispettare tutte le norme. Per altro, non credo che macellai e pescherie senza esperienza possano fare un buon lavoro. Serve preparazione».

Se non altro non ci saranno problemi di orari: i negozianti

potranno decidere di tenere aperto anche la sera, durante l'orario dell'aperitivo, senza vincoli di sorta grazie alla liberalizzazione. E magari qualcuno riuscirà a reinventarsi e a proporre una nuova formula di cena in piedi.

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