Ornella Vanoni, la sua vita diventa un film

Per una volta andrà a teatro ma non salirà sul palcoscenico. Non canterà i brani che l'hanno resa celebre in tutta Europa come «L'appuntamento» o «Domani è un altro giorno», «Senza fine» o «La musica è finita», eppure ancora una volta i riflettori saranno tutti per lei. Per Ornella Vanoni, protagonista del docu-film «Ricetta di donna», che sarà presentato in anteprima in una serata tutta dedicata a lei l'11 marzo al Teatro Studio Strehler (ingresso libero con assegnazione e ritiro del biglietto al botteghino del teatro, largo Greppi 1, fino ad esaurimento dei posti disponibili; per informazioni telefonare all'848.800.304 oppure allo 02.72333301). Una vita complessa, variopinta e dolorosa, ironica e scontrosa quella di Ornella Vanoni, settantotto anni già archiviati, narrata per la prima volta, fotogramma dopo fotogramma, in un documentario. O meglio in un puzzle, scritto, diretto e prodotto dalla regista Alexandra della Porta Rodiani, da ricostruire con le parole e con la musica, con le note di canzoni sempreverdi e con i ricordi di chi l'ha amata e ha condiviso un pezzo di strada musicale e umana con lei. A cominciare proprio da Ornella Vanoni che davanti alla macchina da presa ripercorre l'oltre mezzo secolo della sua carriera trasformista, che sono poi cinquant'anni di colonna sonora della vita di molti italiani, da quando nel 1953, accantonato, per fortuna, il sogno di diventare estetista, si iscrisse all'Accademia di arte drammatica del Piccolo Teatro di Milano di Giorgio Strehler alle canzoni della Mala, dal sodalizio artistico e sentimentale con Gino Paoli ai ruoli di attrice in Rugantino che nei primi anni Sessanta la portarono persino a Braodway, dall'amore per la bossa nova ai duetti con Lucio Dalla, Mina, Claudio Baglioni e alle reinterpretazioni jazz. Ma non c'è soltanto spazio per la carriera in «Ricetta di donna», che poi è anche il titolo di una canzone di Vinicius de Moraes che ha portato al successo quella che tutti definiscono la signora della musica. Il film è soprattutto il racconto confidenziale di una vita corsa via veloce, tra momenti galvanizzanti e quotidianità, tra un matrimonio svanito in fretta con l'impresario Lucio Ardenzi e la nascita del figlio Cristiano, che si sofferma anche su amori e passioni svelate dalle voci e dalle testimonianze degli amici come Arnaldo Pomodoro, Gino Paoli, Mario Lavezzi, Laura Pausini, Paolo Fresu e tanti altri. Un docu-film destinato ad essere incompiuto, con il finale aperto e capitoli da aggiungere ad ogni tour compreso l'ultimo, «Piccole emozioni» e che in queste settimane la sta portando in giro per l'Italia. Perché Ornella Vanoni l'ha dichiarato apertamente: «Io non mi ritirerò mai dalle scene.

Non sono come Milva o Ivano Fossati, sono convinta che se un artista non fa il suo mestiere diventa triste, perde l'anima, muore. E invece io mi diverto sempre e mi sento ancora libera nel cuore. Dunque continuerò per sempre a cantare».

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