«Partecipare alle primarie? Non assicura una poltrona»

«Partecipare alle primarie? Non assicura una poltrona»

«Non basta partecipare alle primarie per avere un posto d'assessore». Così parlava Umberto Ambrosoli poco prima dei risultati delle primarie, già convinto di essere il vincitore. Una dichiarazione che chiude le porte ai due contendenti sconfitti alle primarie del centrosinistra, Andrea Di Stefano e Alessandra Kustermann. Il giorno dopo ci torna sopra e chiarisce il concetto: «L'aver partecipato alle primarie non è uno strumento legittimante per una partecipazione alla giunta o alla squadra. Penso per esempio anche all'impegno che avevano messo a queste primarie altre perone come Biscardini, Pizzul e Cavalli che poi hanno fatto un passo indietro ritenendo che la mia proposta assorbisse le loro». E forse chi si è ritirato ha più chance di chi è rimasto in corsa.
Insomma, anche se le elezioni regionali sono ancora lontane, si comincia già a parlare di uomini e incarichi. Il tema della squadra, dal vicesindaco ai ruoli chiave della Sanità e delle Infrastrutture, è già all'attenzione dei partiti. Oggi si riunirà sia il gruppo del Pd in consiglio regionale che la direzione provinciale del Pd e certamente qualche chiacchiera inizierà a prendere forma. Anche se all'ordine del giorno adesso sono le prossime primarie, quelle per i parlamentari del Pd: l'appuntamento ai seggi è per una data molto ravvicinata, ovvero il 29 o il 30 dicembre. E soprattutto ci sono nodi politici da sciogliere, come quello delle alleanze.
Il ruolo di Sel in campagna elettorale è stato imponente, così come quello di Rifondazione comunista, che è ritornata in pista dopo anni di silenzio per sostenere Andrea Di Stefano, secondo classificato con un importante 23%. Segnale che certe posizioni radicali dovranno comunque essere in conto dal candidato presidente della Regione, Umberto Ambrosoli. Lo fa capire senza neanche troppi giri di parole Andrea Di Stefano, che chiede «una presenza forte» dei temi più radicali.
A botta calda il secondo classificato alle primarie si era detto molto perplesso della proposta di diventare capolista di Sel arrivata dalla capogruppo in Regione Chiara Cremonesi: «Mi sembra vecchia politica». Adesso sembra più pragmatico e possibilista: «La proposta di Sel di guidare la sua lista alle prossime elezioni, stante l'appoggio ufficiale dato dal segretarioregionale a Ambrosoli, mi ha indubbiamente sorpreso. Sono sorpreso, ma allo stesso tempo convinto che ci si possa incontrare per parlare di programmi, così che i temi da me proposti in campagna diventino bene comune di un'area della sinistra che ha bisogno di una presenza forte in Consiglio Regionale».
Impossibile tenere insieme la sinistra radicale di Sel con i centristi e l'Udc.

Nel partito di Casini, assicurano che ogni ipotesi rimane aperta. Al momento, la certezza è che il partito continua a essere diviso tra coloro che vorrebbe sostenere Ambrosoli e coloro che la considerano una scelta sbagliata.

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