Il patto Parisi-Passera ora fa tremare Sala costretto a inseguire

L'ex ministro: «L'uomo dell'Expo non va bene, serve discontinuità» Sinistra tesa: «Campagna acquisti»

Sabrina Cottone

Gli ultimi sondaggi lo davano al sei per cento. Non abbastanza perché Corrado Passera potesse decidere di continuare in una campagna elettorale impegnativa e impervia. Così colui che era stato il primo a candidarsi, con pragmatismo da banchiere ha scelto di fare un passo indietro. Ma la vera sorpresa di questo sabato pomeriggio pre- elettorale è la conferenza stampa congiunta con cui Passera e il candidato del centrodestra, Stefano Parisi, hanno annunciato la decisione: l'ex ministro sosterrà l'uomo di cui è amico da lungo tempo. «Se Milano vuole diventare quella che non è ancora, ha bisogno di grande discontinuità. Sala dice che va bene e che serve continuità, nega il problema della sicurezza, che è la principale ansietà dei milanesi...» dice Passera, spiegando perché ha deciso di sostenere apertamente e pienamente Parisi.

La decisione di sfilarsi dall'impegno in prima persona, ma soprattutto di schierarsi senza ambiguità nel centrodestra e per Stefano Parisi, è un nuovo colpo per Giuseppe Sala. L'ex manager Expo, partito in grande vantaggio proprio grazie ai luccichìi dell'Esposizione universale, si è visto tallonare sempre più stretto dal candidato del centrodestra. Secondo gli ultimi sondaggi, Sala è al 36 per cento, Parisi è al 34. Il 6 per cento di Passera che si ritrova senza candidato, anche se naturalmente non si può sommare ai consensi di Parisi come fosse un'addizione, aiuterà l'uomo lanciato da Berlusconi ad accorciare ulteriormente le distanze da Sala, in difficoltà sempre maggiore.

Passera non presenterà nemmeno la sua lista, che confluirà nella lista Parisi. Se lui non si candiderà, saranno invece in corsa i suoi, a partire da Manfredi Palmeri, che appunto entreranno nella lista civica a sostegno di Parisi. «Non è un accordo sulle poltrone» risponde Parisi a chi gli chiede se Passera potrà far parte della squadra, così per l'ex ministro ed ex candidato sindaco e per la sua Italia unica si profila piuttosto un rinvio dell'impegno diretto, probabilmente alle prossime politiche.

Forza Italia accoglie con soddisfazione il ritorno a casa di Passera. Paolo Romani, presidente dei senatori di Forza Italia, vede un segnale politico positivo: «Il progetto del centrodestra per la città di Milano si arricchisce e la vittoria si avvicina. La decisione Passera dimostra che il centrodestra può ancora ragionare in termini costruttivi per una valida alternativa di governo, superando personalismi ed interessi partitici. È tempo che anche a Roma per tutto il centrodestra un progetto vincente di governo della città diventi preponderante rispetto alle ambizioni particolari». E su twitter l'azzurra Mariastella Gelmini, candidata capolista di Forza Italia al Comune: «Passera e la sua lista confluiscono nel centrodestra. Ha capito anche lui che il centrodestra unito a Milano vince».

Di tutt'altro tono, come è ovvio, le reazioni che arrivano dall'altra parte degli schieramenti politici. «Corrado Passera getta la maschera e torna in quello che è il suo spazio naturale: tra Salvini e Berlusconi» dice Cristina Tajani, portavoce della lista Sala.

E Umberto Ambrosoli, presidente del comitato elettorale per Beppe Sala Sindaco: «Il dato politico è uno solo: la campagna acquisti del centrodestra è sfacciata e concretizza oggi un'aggregazione (per non dir accozzaglia) elettorale il cui unico contenuto è l'essere contro Sala». Segnali di nervosismo in uno scenario che cambia e non a favore della sinistra.

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