Dirigenti del Pd in cattedra per due ore. Argomento: lo Ius soli. E ora le scuole rischiano davvero di diventare terreno di conquista ideologica.
Dev'essere questa l'idea che qualcuno si è fatto degli istituti di Milano, a giudicare dalle «lezioni» ad alto tasso di politica che continuano a essere organizzate a beneficio di alunni giovanissimi.
Ieri «Il Giornale» ha dato notizia ieri di un ciclo di lezioni tenute dal gruppo scuola dell'Arcigay in una scuola media che aveva anche promosso un incontro con quella che è stata definita «la scrittrice» Sumaya Abdel Qader (in realtà è consigliera comunale del Pd ed ex dirigente del coordinamento dei centri islamici).
Oggi il nuovo caso, quello delle scuole medie Puecher, dove sono entrati il responsabile Giovani del Pd Paolo Romano e l'ex consigliere Alessandro Giungi, primo dei non eletti dem alle Comunali 2016. «Ci hanno invitato a tenere una lezione - ha scritto Romano, che è consigliere del Municipio 8 - ma l'alunno, in quell'aula, sentivo di essere io». «Nella testa dei meravigliosi dodicenni che per due ore hanno chiacchierato con noi - ha commentato - non esistono categorie, barriere, muri o differenze. Esiste la realtà, quella dei compagni di classe, di storie e culture diverse da scoprire. Esiste lo stupore pensando che i loro amici e compagni possano essere ritenuti stranieri».
Parole toccanti, idee legittime, ma perché la questione debba essere oggetto di una «lezione», oltretutto senza contraddittorio e a «beneficio» di una classe di dodicenni, questo non lo si capisce. Non se ne capacita per esempio il consigliere municipale Enrico Salerani, della Lega: «Intanto - commenta - noi non ne sapevamo niente. E non è stato chiesto neanche un contraddittorio. Mi sembra assurdo - aggiunge il consigliere - andare in una scuola media a parlare di certe cose, in questo caso a parlare di una proposta di legge e dei suoi tecnicismi. Per noi è indottrinamento, in una scuola che credo sia la stessa che genitori o professori portano alla Montello o ad altre manifestazioni. Ora, certo, i consiglieri diranno che sono stati invitati, allora è responsabilità anche della scuola».
«A me - dice ancora Salerani - sembra tutto surreale, io da genitore ricordo che in occasione di iniziative che andassero oltre il normale svolgimento delle lezioni si chiedeva il consenso, e spero sia stato fatto. Qui entra un politico, locale certo, ma pur sempre il responsabile giovani del Pd di Milano, e si sente solo lui. Non so cosa abbia detto di chi è contrario alla sua posizione. E non oso pensare cosa avrebbero detto di un'iniziativa simile se fosse arrivata da parte nostra, credo che sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale. Invece loro fanno e disfano come credono». «Questo è un lavaggio del cervello - prosegue Salerani - i giovani evidentemente devono avere in testa che il meticciato è bello e così via. Stanno succedendo cose che non possono passare sotto silenzio - conclude - noi lo denunciamo e speriamo che qualcuno sollevi la questione in Comune».
Sempre sullo Ius soli, un mese fa era scoppiato un caso simile in una scuola di zona 2, con la prevista partecipazione degli alunni alla manifestazione «Nella mia
scuola nessuno è straniero». Dopo le proteste del presidente del Municipio Samuele Piscina, di Forza Italia, e soprattutto dei genitori, la partecipazione fu cancellata con l'intervento del direttore scolastico regionale.
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