Periferie insicure? Sala lancia le start up

Il sindaco: «Su via Adriano non dormo». Ma ieri nemmeno un presidio dei vigili

Chiara Campo

«Non stiamo dormendo». Dopo il caso della 25enne stuprata dall'ex compagno marocchino, che aveva già denunciato per stalking, nel palazzo abbandonato di via Adriano su cui il centrodestra ha sollecitato per lunghi mesi un intervento, il sindaco Beppe Sala prova a reagire. «Su quello stabile interveniamo - ha assicurato ieri -. Qualcuno ha addirittura paventato l'idea che fosse uno stabile del Comune, cosa che non è. Non stiamo dormendo, ma dalla destra sento solamente urlare, avessi ricevuto un'idea solida che emerge ma non è stato così. Nessuno ha la bacchetta magica». Ma la giunta è andata in trasferta proprio nel Municipio 2 a fine luglio, ha annunciato fondi e un piano di interventi per la zona, senza prendere in considerazione lo stabile teatro della violenza. É stato definito il «palazzo della morte». É un ricovero di disperanti o criminali. L'assessore alla Sicurezza Carmela Rozza due sere fa lo ha archiviato come un episodio d femminicidio e ha chiesto una legge ad hoc urgente al governo. C'è bisogno anche di quello, vero. Ma il quartiere, e può essere più rapido di un iter parlamentare, chiede subito lo sgombero del palazzo e di quello in una situazione non tanto diversa a poche centinaia di metri. Sono covi di illegalità. «Non stiamo dormendo? A poche ore da un terribile atto di violenza ogni accesso allo stabile è aperto, non c'è alcuna pattuglia delle forze dell'ordine e della polizia locale, gli occupanti potranno come ogni notte rioccupare l'edificio in assoluta libertà - riferisce la consigliera di Forza Italia Silvia Sardone, citando le parole del sindaco -. E quando dice che non abbiamo proposte, ecco la mia: messa in sicurezza dell'immobile, sgomberi continui dello stabile, esproprio dell'area per "pubblica utilità" e realizzazione, qui, della scuola media che il quartiere attende da anni».

É tornato in zona ieri Sala, con l'assessore al Lavoro Cristina Tajani, per lanciare 19 start up che partiranno anche grazie a 1,5 milioni messi a disposizione dal Comune.

Da «C'è pasta per te», corsi per impastare con degustazione alla cittadella dell'artigianato alla trasformazione di un'impresa di statue funebri in arredi da giardino (con il boom delle cremazioni, l'azienda era in crisi). Serve anche questo per ravvivare e rendere più sicure le periferie. Anche.

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