«Più risorse, serve la spinta del popolo»

Il capogruppo della Lega: «Se vince il sì potremo togliere anche il superticket»

Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega in Regione. Cosa risponde a chi sostiene che andare a votare per il Referendum del 22 è inutile?

«Inutile è non fare nulla per i lombardi, bisogna partecipare perchè con il voto del popolo ci può essere una spinta forte affinchè lo Stato conceda effettivamente più autonomia e risorse alla Lombardia e al Veneto».

Qualcuno dice che si poteva chiedere anche senza referendum.

«Le faccio solo qualche esempio di Regioni che prima di noi hanno chiesto l'Autonomia senza consultazioni: per prima ci provò la Toscana nel 2003, poi il Piemonte nel 2006 e 2008 e anche la Lombardia nel 2007. In tutti questi casi sono partite timide trattative col governo e si sono subito arenate. Per questo ripeto che è fondamentale la spinta del voto popolare».

Il caso del referendum per l'indipendenza della Catalogna sta avendo effetti positivi o negativi?

«Il voto spagnolo da un lato ci ha fatto pubblicità, si sta parlando molto dei temi autonomisti, dall'altro rischia di danneggiarci perchè qualcuno può pensare che il nostro referendum sia la stessa cosa, invece chiediamo autonomia rimanendo nel quadro dell'unità nazionale. Il quesito parla chiaro e non a caso non è stato impugnato nè dal governo nè dalla Corte Costituzionale, rispetta i dettami della Costituzione e i cittadini sono liberissimi di andare alle urne».

Cosa pensa del Comitato dei sindaci Pd lanciato da Giorgio Gori, prossimo sfidante di Maroni in Regione? Parla di operazione trasparenza.

«Per me l'importante è che la gente vada a votare, se ci sono esponenti del Pd che portano i lombardi alle urne, pur con i loro distinguo, è positivo. Ho provato a dire in tutte le salse che in questa battaglia la politica non c'entra, conta solo il buonsenso. Guardo con favore alle mosse dei sindaci di altro colore politico, anche i 5 Stelle si stanno dando da fare».

Il capogruppo del Pd Enrico Brambilla invece sostiene che sui 27 miliardi che resterebbero alla Lombardia se vincesse il sì la Lega dica «delle balle gigantesche». Sono numeri veri?

«Partiamo dal presupposto che tra le materie su cui possiamo chiedere più autonomia c'è il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario. Vuol dire che potremo trattare perchè più risorse restino sul territorio, ridurre o togliere tasse come il superticket sulla sanità che avevamo già cercato di dimezzare nel 2016 ma la legge è stata impugnata dallo Stato. C'è lo spazio per ottenere più risorse e rimodulare altri tipi di tassazione. E poi come fa uno che si chiama Brambilla a non votare il referendum per l'autonomia?».

Il fronte del no intanto conta - e contesta - i soldi spesi per il voto.

«Su questo è opportuno ricordare che Maroni per due anni ha ripetutamente chiesto al governo di abbinare il referendum ad altre consultazioni per ridurre i costi.

Ci ha provato con le amministrative del 2015, del 2016 e del 2017 e anche con il referendum del 4 dicembre. Non capisco gli esponenti del Pd che ora fanno polemica sulla spesa. Ed è sbagliato conteggiare l'acquisto dei tablet, non è un costo ma un investimento della Regione sulle scuole».

ChiCa

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