Placido Domingo fa sold out con «I due Foscari»

Due grandi serate alla Scala per l'opera di Verdi che evoca il declino della grande Venezia

Piera Anna FraniniPlacido Domingo ha colpito ancora. Un tempo il Tenorissimo, oggi è il Baritonissimo. E prima di tutto è Domingo, l'artista che riempie i teatri, che calamita i media, gli sponsor (è ambassador Rolex). Per I Due Foscari, l'opera di Giuseppe Verdi alla Scala da giovedì 25 febbraio al 25 marzo, già si registrano due serate da tutto esaurito. Provvidenziali, dunque, le riprese di Classica HD che trasmette lo spettacolo giovedì alle 20.15 su Servus Tv. I Due Foscari si presentano in una nuova produzione, con cantanti di lusso come il tenore Francesco Meli, vedono il ritorno del direttore d'orchestra Michele Mariotti, ma i riflettori sono puntati su Placido Domingo (75 anni). Su questo pezzo di storia della musica, parte scritta alla Scala con le 30 produzioni milanesi per 19 ruoli (più uno, quello di Francesco Foscari). Entro l'anno, quando il cantante aggiungerà un altro ritorno alla Scala per Simon Boccanegra, si toccherà quota 268 serate spese nel teatro milanese. La tragedia dei due Foscari, Francesco (padre, ovvero il baritono Domingo) e Jacopo (figlio, il tenore Meli), si consuma nella Venezia di metà Quattrocento. Il regista e scenografo Alvis Hermanis, già firma di Die Soldaten di Zimmermann alla Scala, si è ispirato alla pittura veneziana. Ha soggiornato nella Serenissima, studiando Gentile, Giovanni Bellini (Il miracolo della Croce caduta nel canale di San Lorenzo, La predica di San Marco ad Alessandria d'Egitto), Carpaccio (Storie di Sant'Orsola, San Giorgio e San Trifone), Tintoretto (Cristo morto adorato dai Dogi), ma anche Francesco Hayez. Hermans ritrae la Venezia che di lì a 50 anni non sarà più «città mondo», poiché si avvicinano le scoperte del Nuovo Mondo, si circumnaviga l'Africa aprendo nuove rotte che depriveranno Venezia del ruolo di regina dei mercati. Il libretto de «I due Foscari», osserva il regista, si rifà ad avvenimenti storici in termini molto dettagliati».

E «il declino personale del doge Foscari è una metafora del declino di Venezia, che nel XV secolo era il centro del mondo». Quest'opera di Verdi segna il debutto di Anna Pirozzi, nei panni di Lucrezia Contarini, e il ritorno di Mariotti, 37 anni, assente alla Scala dal 2010, quando vi debuttò.

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