Un altro simbolo di Milano diventa moschea a cielo aperto. Dopo il sagrato del Duomo, e dopo piazza Scala, ecco il Castello. Anche il giardinetto davanti al Forte degli Sforza è stato dunque trasformato in un luogo di preghiera da un gruppetto di musulmani.
Una scena non inedita a Milano, anzi sempre più frequente, a partire da quel 3 gennaio 2009, quando migliaia di persone - dopo un corteo formalmente «politico» convocato «per la Palestina» - invasero lo spazio di fronte alla cattedrale simbolo della città. Fu un momento cruciale per la storia recente di Milano, un giorno troppo presto dimenticato, come sottovalutato fu un particolare di quell'evento: a guidare quel corteo (destinato a concludersi con la preghiera al tramonto davanti al Duomo, fra grida, slogan e bandiere bruciate) era stato un imam condannato per terrorismo.
Scene simili, senza troppo clamore e senza presenze altrettanto imbarazzanti, si sono ripetute altre volte: anche poco più di un anno fa, il 16 dicembre, quando un corteo «per Gerusalemme capitale», cioè di nuovo contro Israele,
si era concluso in piazza Duomo. Era il bis di un sit-in nel corso del quale, una settimana prima, erano stati scanditi slogan antisemiti. Stavolta era solo un gruppetto di quattro musulmani, probabilmente ignari di tutto.
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