Presto reddito d'inclusione Un assessorato per gestirlo?

La Regione Lombardia rilancia il reddito di inclusione sociale: aiuti concreti a coloro che rimangono disoccupati, coniugati a politiche di reinserimento. Un gesto politico forte, che è anche un sorpasso del governo sui temi economici, dal momento che gli ultimi segnali arrivati da Roma erano piuttosto passi indietro. Così, dopo le dichiarazioni in questa direzione di Roberto Maroni, un'intesa trasversale potrebbe partire dal Pirellone. È questo lo spirito del gruppo di lavoro insediato dal presidente del consiglio regionale, Raffaele Cattaneo, con il compito di elaborare un progetto di legge: prima riunione il 9 settembre.

Il progetto trova concordi tutte le forze politiche, anche se naturalmente in modo diverso: se i 5Stelle pensano a un reddito minimo, Forza Italia ipotizza politiche connesse con la formazione e il reinserimento nel mondo del lavoro, il Pd punta sul microcredito e Ncd insiste soprattutto sul fattore famiglia, ovvero su un provvedimento che aiuti i nuclei con figli. In consiglio sono numerosi i progetti di legge già depositati e ce n'è anche uno intitolato «Legge di riconoscimento e tutela del diritto al cibo», già sottoscritto da Lega, Lista Maroni, Ncd, Forza Italia, Pd e Patto civico.

Tra i componenti del gruppo, oltre ai membri dell'ufficio di presidenza, l'assessore all'Economia, Massimo Garavaglia, e i capigruppo di Forza Italia, Lega, Ncd, Fratelli d'Italia, Pd: Claudio Pedrazzini e Massimiliano Romeo, Luca Del Gobbo, Riccardo De Corato, Enrico Brambilla. Segnale chiaro dell'importanza che i partiti danno al tema.

Le risorse di cui si parla sono consistenti: 400 milioni di euro.

Se 227 milioni arrivano dal Fondo sociale europeo (e sembrano destinati all'assessorato Formazione e Lavoro di Valentina Aprea), altri 150 milioni di risorse regionali toccano Sociale e anziani, Casa e altre direzioni. Si tratta anche di discutere destinazioni dei fondi e deleghe. E c'è chi non esclude un assessorato a tema.