Mille seggi, ottomila volontari sparsi in tutta la Lombardia e l'obiettivo di chiudere la giornata con un'affluenza di almeno 100mila elettori. Dalle 8 alle 20 il centrosinistra sceglie il candidato alla presidenza della Regione Lombardia, sfida a tre tra Umberto Ambrosoli, Alessandra Kustermann e Andrea Di Stefano. Primarie sottotono, strizzate tra il doppio turno di quelle per il premier del Pd e la discussione già aperta per scegliere anche i parlamentari con lo stesso metodo. Il rischio flop è altissimo (neve a parte). Negli ultimi giorni per chiamare la gente ai seggi venivano distribuiti nelle piazze volantini pro-Ambrosoli, tam tam via sms per la Kustermann. E gli endorsement dei politici su Facebook. Ieri Paolo Limonta, fedelissimo del sindaco e animatori dei comitati arancioni, ha tradito l'indicazione al voto di Pisapia su Ambrosoli: «Voterò Di Stefano - ha scritto sul suo profilo - lo faccio perché sono profondamenteeconvintamente di sinistra che, ancora di più oggi, vuol dire essere dallapartedi chivedeipropridiritti calpestati quotidianamente e
lottare insieme a loro e per loro ». E al fotofinish arriva anche il promo del sindaco Idv di Napoli Luigi De Magistris: «Fra i tre preferisco Di Stefano, rappresenta un punto di contatto forte con quella società che ogni giorno lavora per un'economia che mette al centro la persona e non ilcapitale.Spero vinca».
PeroraDiStefano hailmerito di essere il più parsimonioso, nella campagna per le primarie ha speso meno della metà dei competitor. Solo 12.500 euro (dicui4.500dadonazioni)contro i 27mila dell’avvocato e i 26mila della ginecologa. Ieri hanno pubblicato on line il bilancio delle entrate e delle uscite. E «Re Umberto» batte tutti per spese sostenute ma anche per ledonazioni:dei27mila euro, 17.700 arrivavano da privati, mentre laraccoltafondidella Kustermann ha coperto 16.500 euro dei costi totali. Nessuno dei tre ha superato il tetto dei 30mila euro.
Il«cantore»diPisapia,Roberto Vecchioni, ieri ha fatto lo spot ad Ambrosoli.E lasenatrice Pd Marilena Adamo ha scritto una lettera a sostegno: «É lui, perdirla con Bersani,a'raffigurareal meglio la possibilità diriscossa civica e morale a cui il Pd intendecontribuireinLombardia e nel Paese'». Post scriptum: «Vi anticipo da ora che non intendo ricandidarmi e considero conclusa la mia prima, e unica, esperienza parlamentare ».Già siparla di un suo rientro a Palazzo Marino (dove è stata capogruppo fino al 2008) come vicesindaco nel Pisapia «bis» che scatterà tra febbraio e marzo. In vista del rimpasto il sindaco sta convocandounoaunogliassessoriperfare i conti su aspirazioni romane olombarde,emagarisollecitarne qualcuna. Se l’avvocato dovessesuperareleprimarieebattere il centrodestra, si prevede unospoilsystemampioaivertici di società ed entiregionali. Le possibilità per sistemare qualche assessore da «rottamare» per la seconda fase del mandato sarebbero ampie. Ma anche per la Adamo potrebbe essere più interessante, si vocifera, unapresidenza dell’Alerpiuttosto che una poltrona a Palazzo Marino. Tempo al tempo.
Ambrosoli voterà alle 10 in via Ercole Ferrario 5, la Kustermann alle 12 in via De Amicis 17.Ieri invece alla vigilia del votol’Arcigaymilanesehaminacciato di ritirare la propria sede dall’elencodeiseggi.«Difendere i matrimoni gay- ha affermato in mattinata il Papa nel suo messaggioperlaGiornatadella pace - è una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace». Parole che hanno provocato la reazione dura delle associazioni omosessuali. E il presidente di Arcigay Milano Marco Mori ha avvertito i partiti di centrosinistraeitrecandidati: «Ocondanneranno le parole del Papa o non apriremo la nostra sede per le primarie».
Le dichiarazioni del Papa «non influenzeranno la bella consultazione» di oggi scrive il coordinamento per le primarie, «comprendiamo il disagio provocato dalle dichiarazioni del Vaticano ma chiediamo all’Arcigay di non creare un disagioai cittadini ».
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