Primo maggio come Natale Pisapia tiene chiusi i negozi

Primo maggio come Natale Pisapia tiene chiusi i negozi

«Un futuro di libertà e speranza, in un momento così difficile, riparte da qui, da dove nel 1943 iniziarono le lotte sindacali». Siamo al deposito Atm di via Teodosio da dove partirono le lotte sindacali nel ’43 che costarono la vita a 44 dipendenti dell’azienda. «Oggi è importante parlare di Resistenza - spiega il sindaco intervenuto alle celebrazioni della Liberazione - di Costituzione e di salvaguardia dei diritti perché in un momento di crisi il rischio è che ci sia qualcuno che voglia limitarli o addirittura calpestarli». Nel suo intervento Giuliano Pisapia ha voluto ricordare che «quando recentemente altri urlavano che Milano era stata liberata, io ho detto che qui era nata una nuova Resistenza, e in questa Resistenza io ho bisogno di voi». Una “chiamata alle armi” con l’obiettivo di «andare avanti insieme per ridare a Milano - ha spiegato nel suo intervento - il suo orgoglio di città della libertà, del lavoro, della solidarietà e dello sviluppo economico e culturale.
Con il discorso pronunciato davanti ai lavoratori e ai rappresentanti della sezione Anpi, dove è stato accolto con un applauso e il commento di molti «finalmente un sindaco che viene a festeggiare questo momento», Pisapia ha aperto le celebrazioni del primo 25 aprile da sindaco: «sono emozionato - ha confessato - guardando ai lavoratori di quei giorni dobbiamo riacquistare le forze per costruire il futuro dei nostri figli. Oggi è il nostro turno, assieme faremo tornare Milano quella capitale del lavoro: è una sfida che vinceremo facendo cambiare da qui anche tutto il Paese». Milano laboratorio politico e modello da esportare su scala nazionale, ne è convinto il primo cittadino: «il modello Milano affonda le sue radici nei valori della Resistenza, della partecipazione, dei diritti, del lavoro. L’esperienza di democrazia partecipata che la nostra città offre al paese in un momento di crisi politica, porterà al rinnovamento dei partiti e renderà tutti protagonisti della nascita di un mondo migliore». Il lavoro il tema principe del discorso del sindaco, che ha richiamato più volte l’equivalenza lavoro - diritti - libertà. «Quest’anno il lavoro è il tema critico, noi rinnoviamo l’orgoglio di Milano come città del lavoro e della libertà».
A proposito di lavoro, il sindaco ha presentato il suo calendario delle festività e delle chiusure dei negozi: «ho sempre detto e lo ripeto: non sono per i negozi aperti il 25 aprile e il primo maggio, ci sono delle feste che tutti hanno il diritto di celebrare e fra queste, oltre a quelle religiose ci sono quelle civili. Sicuramente la festa della Liberazione e quella dei lavatori devono essere ricordate con la partecipazione a eventi e manifestazioni e questo contrasta con l’apertura dei negozi». «Ormai la nostra è una città a turismo alternato - l’amaro commento di Giorgio Montingelli dell’Unione del Commercio -. Gli incassi del 25 aprile e del 1 maggio, quando arrivano centinaia di turisti, sono unica delle poche risorse rimaste ai negozianti.

Si parla tanto di Milano città aperta, vogliono che lavoriamo ad agosto, ma non in queste giornate». Le parole del sindaco non vanno oltre l’esortazione, dato che è in vigore il decreto Monti sulle liberalizzazione delle aperture degli esercizi commerciali.

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