Il prof che insegna le arti marziali

La cattedra di Antropologia e la palestra coi migliori maestri di discipline orientali

Angelo Allegri

«Delle arti marziali mi ha sempre colpito l'elemento speculativo. Quella fusione tra corpo e mente che manca al pensiero occidentale. Da noi, dopo Cartesio, hanno preso due strade completamente diverse». Quando parla della palestra che ha appena inaugurato, Andrea Cassi usa toni inconsueti. Così come inconsueto è il suo percorso: a 52 anni è ordinario di Antropologia giuridica e Storia del Diritto all'Università di Brescia, nonché avvocato con studio a Milano. Negli ultimi anni ha pubblicato almeno un paio di tomi che sembrano testimoniare più la frequentazione di polverose biblioteche che quella di tatami e cinture nere: «Ultramar. L'invenzione europea del nuovo mondo», edito da Laterza e «Santa, giusta, umanitaria. La guerra nella civiltà occidentale» (Salerno editore). Temi per studiosi e palati fini.

Eppure la sua passione sono proprio le discipline orientali: «Ho incominciato praticare karate negli anni dell'università, non ho più smesso. E adesso mi sono imbarcato in questa avventura». L'avventura si chiama Centro Satori che ha aperto in via Sangro, dalle parti di Piazza Udine, zona Lambrate.

Satori sta per Studio arti tecniche orientali, ma è anche una parola giapponese: «Si traduce più o meno come rendersi conto, acquisire consapevolezza. Abbiamo voluto giocare con questa circostanza semantica», spiega Cassi. Nella presentazione il centro viene definito come «palestra di arti marziali», ma anche come «ginnasio olistico». «Il Ginnasio era il luogo in cui nell'antica Grecia si praticavano esercizi che noi chiameremmo sportivi e non a caso sono detti appunto ginnici, ma che si iscrivevano in un percorso di formazione culturale e intellettuale. Olistico nel senso che l'obiettivo è proporre e coltivare una formazione completa, non una meccanica somma di singole parti, ma un insieme nel quale ogni parte è in connessione con le altre».

Per raggiungere l'obiettivo, a cavallo tra filosofia e sport, il centro, che ha la forma giuridica dell'associazione sportiva riconosciuta dal Coni, ha pescato a mani basse tra i nomi noti del settore che gravitano nell'area milanese. Tra i soci fondatori c'è Stefano Peroncini, che oltre a essere «Terzo Dan» di karate e istruttore da un trentina di anni nella scuola di Enzo Montanari è anche studioso di pratiche salutiste cinesi e di digito pressione. Al centro aderisce Gabriele Peverelli, che più di venti anni fa ha fondato la prima scuola di Milano dedicata allo studio dello Shoto, lo sport giapponese dal quale sono nate le cosiddette arti marziali miste. Per quanto riguarda il judo, Satori è affiliata alla scuola di Giuseppe Vismara, mentre un programma specifico riguarderà il Noko, una derivazione delle arti marziali miste particolarmente adatta, per il ridotto tasso di violenza, ai bambini.

Anche nella scelta dei locali Cassi non è venuto meno alle premesse filosofiche della «sua» palestra: il contesto architettonico è un esempio di archeologia industriale milanese, in un complesso costruito negli anni Cinquanta da due ingegneri, Aldo Cassi (nonno del Cassi professore e karateka) e Guido Lupieri, che nello stesso periodo realizzarono la Biblioteca del Parco Sempione e la

Punta Est dell'Idroscalo.

L'impianto originario e l'impronta estetica (cemento e tubi a vista, infissi in ferro nero originari) sono stati rispettati. E fusi, manco a dirlo, con un arredamento minimalista di tendenza zen.

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