"Progetto giusto, non rottamatelo Noi penalizzati, faremo ricorso"

Il presidente del centro islamico: «Abbiamo avuto difficoltà, ma possiamo saldare tutti i conti. Fondi esteri? Non ci sono»

"Progetto giusto, non rottamatelo Noi penalizzati, faremo ricorso"

Gueddouda Boubakeur, da presidente del Centro islamico di Sesto San Giovanni come valuta il voto del Consiglio comunale che ha deliberato la decadenza del diritto di costruire in via Luini?

«Speravo in un'altra decisione e per questo mi ero appellato ai consiglieri comunali. La decisione poteva essere una sanzione amministrativa. Quella soluzione della moschea risponde alle esigenze di questa comunità, che ha bisogno di un luogo di culto e socio culturale, anche ai fini dell'integrazione».

Cosa intende per sanzione amministrativa? Si riferisce all'addebito che vi rivolge l'amministrazione comunale, secondo la quale ci sono mancati adempimenti?

«Io rispetto le decisioni del Consiglio, che è un organo sovrano. Presenteremo un ricorso per opporci sperando nel dialogo, con amministrazioni di qualunque colore. Noi abbiamo avuto delle difficoltà, abbiamo sostenuto spese. In passato avevo anche proposto, al sindaco precedente, una dilazione. Adesso se abbiamo fatto un'infrazione siamo pronti a versare quanto dobbiamo e anche le sanzioni previste in convenzione».

Il problema sta anche nelle dimensioni della moschea, che l'attuale sindaco considera sovradimensionata. Voi non sareste disposti a lavorare su un altro progetto?

«La nostra storia testimonia che abbiamo sempre trovato delle soluzioni. Quando ci siamo spostato da via Veneto era già un compromesso. Io sono architetto. Abbiamo studiato quel progetto con professionisti e tecnici e abbiamo accertato che quel progetto era ciò di cui ha bisogno la nostra comunità».

Durante la campagna elettorale era emerso il tema dei vostri finanziamenti. L'associazione riceve fondi dall'estero?

«No, non abbiamo avuto fondi dal Qatar. Se li avessimo avuto avremmo pagato quanto dovevamo».

Il sindaco ha chiesto i vostri bilanci. Voi siete disposti a dare tutte le garanzie su tutti i fronti?

«Io non sono mai stato sotto accusa da nessuna parte, noi

siamo un'associazione, trasparente. Questa decisione penalizza una comunità che non ha mai creato problemi. Come se a un'automobilista che fa un'infrazione, il vigile rottamasse l'auto. È una scelta troppo dura e drastica».

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