Sinistra in retromarcia Dopo le telecamere riciclano la ronda

L'assessore le chiama "unità mobili per il sociale". Imbarazzo dei compagni, applausi ironici a destra

E a metà pomeriggio l'assessore Pd Piefrancesco Majorino prova a giustificarsi: «Non copiamo nessun modello del centrodestra, le regole di ingaggio saranno diverse, non chiederemo a nessuno di fare i poliziotti di serie C». Ma vaglielo a spiegare al popolo di sinistra che per anni ha inveito contro le «ronde padane». Repubblica ieri mattina pubblica una novità in arrivo per i milanesi: «Ronde sociali sul metrò e sulla 90/91». In pratica, l'assessore al Welfare ha pensato di recuperare la convenzione che l'ex giunta Moratti stringeva con operatori del privato sociale o associazioni per aumentare i controlli sulle linee più a rischio la sera e segnalare nello stesso tempo clochard o persone in difficoltà. Allora erano le giubbe rosse dei City Angels e le pettorine blu dei poliziotti in pensione a dare ai pendolari della sera una sensazione di maggior sicurezza sui bus e ai mezzanini. La giunta di sinistra due anni dopo è pronta a lanciare un bando per reperire sponsor e operatori che forniscano turni di giorno e di notte sui mezzi, con il doppio obiettivo dei controlli sociali e di sicurezza. Non sorprende che tra i primi a raccogliere con entusiasmo l'idea (seppure non il copyright) di Majorino ci sia l'assessore leghista alla Sicurezza della Regione, Simona Bordonali: «Accolgo con piacere la sua proposta, ricalca esattamente quello che il presidente Maroni, quando ricopri la carica di Ministro dell'Interno, fece nel suo decreto sicurezza nel 2008 e che fu così tanto vituperato invece dal Pd». L'iniziativa di Majorino invece «offre lo spunto per procedere a livello legislativo in Regione e creare un perimetro normativo entro cui collocare il lavoro dei volontari per la sicurezza. Ed è opportuno estenderla all'intera Lombardia». Sulla stessa linea Stefano Bolognini, altro assessore leghista, in Provincia, alla Sicurezza: «É positivo che associazioni di cittadini siano chiamate in maniera attiva al controllo del territorio» anche se «emerge che se la stessa idea viene portata avanti dalla Lega è tacciata di razzismo, se parte dai salotti buoni è apprezzata dall'intellighentia di sinistra».E tra i più vituperati, anche dallo stesso Majorino quand'era capogruppo del centrosinistra durante la giunta Moratti, c'era Riccardo De Corato. Il capogruppo comunale di Fdi, che allora veniva definito vicesindaco-sceriffo, osserva «con soddisfazione che Majorino copia dalla A alla Z l'iniziativa della precedente giunta. Ero stato proprio io a istituire le ronde di volontari sulle linee più a rischio di bus e metro. Arriva con due anni di ritardo ma meglio tardi che mai». E non è la prima scopiazzatura del modello De Corato: negli ultimi mesi ha riscoperto la bontà della la videosorveglianza, persino delle multe «a strascico» fatte dai vigili restando a bordo dell'auto.

A sentirsi in imbarazzo è la sinistra che ha strillato per anni contro ronde padane e affini. Su facebook il consigliere di Sel Mirko Mazzali abbozza: «E a sorpresa sono saltate fuori le unità mobili sociali, vedremo, se sono rose fioriranno - scrive -. Non è una cosa facile, se non prendi le persone giuste rischia di assomigliare alle ronde, anche se l'intento è evidentemente diverso».

Così evidentemente diverso a dire il vero non sembra, anche se dopo tutte le pacche sulle spalle del centrodestra Majorino ci tiene a precisare che «non si chiamano ronde ma Unità mobili per il sociale», composte «da volontari che si comporteranno come operatori sociali. Ah beh.

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