Ogni sera un concerto, anzi più concerti. Ci sono proposte per tutti i gusti, la musica classica e dintorni a Milano impera. Forse uno dei problemi centrali del «settore» classico è che c'è una sovrabbondanza di proposte. Può capitare che negli stessi giorni, nella stessa settimana si trovino su cartelloni diversi programmazioni simili, è successo: allora Beethoven, per dire uno dei compositori più proposti, lo puoi ascoltare in una sala piuttosto che in un'altra oggi e domani, è vero; magari cambiano le bacchette sul podio o il numero della sinfonia o del concerto ma più o meno siamo lì.
Il discorso delle stagioni: qui siamo in presenza di enti e istituzioni storiche di grandissima qualità - Scala in testa con la Filarmonica diretta da Riccardo Chailly, si va poi dalla Società del Quartetto alle Serate musicali alla Società dei Concerti e i Pomeriggi Musicali e laVerdi per dirne solo alcuni; ogni tanto arrivano big nuovi, una quota di nuovi talenti giovani, senza dimenticare i grossi nomi, sempre un po' quelli.
Il discorso orchestre è legato ai soldi, e i soldi nella musica, ma nella
cultura in generale non sono mai abbastanza. Insomma sarebbe bello che ci fosse una «regia» cittadina, con i direttori artistici seduti a un tavolo per programmare stagioni meno ripetitive, più coraggiose, meno «cannibali».
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