Il bosco delle droga a Rogoredo è un girone infernale metropolitano. A due passi dalla seconda stazione di Milano si trova la più grande piazza dispaccio del Nord Italia, che custodisce autentici orrori. «L'inverosimile» lo chiama uno dei residenti che ieri con i militanti ambientalisti ha partecipato al primo intervento di pulizia. Hanno trovato cumuli di spazzatura, carcasse di auto e moto, un laghetto imputridito e pieno di rifiuti, baracche usate come stanze del buco. E poi decine di disperati. Giovani che in preda all'effetto dell'ultima dose si aggirano per il bosco come tanti poveri automi disposti a tutto. Altri riversi a terra. E ragazzine seminude e schiavizzate dagli spacciatori che si vendono in cambio di droga. Questo l'orrendo quadro che traccia il presidente del Consiglio municipale 4 Oscar Strano. «Mi aspettavo degrado e miseria - racconta - ma vederlo di persona è stato impressionante. Al nostro arrivo almeno una ventina di persone ci hanno accolto sdraiati per terra con i postumi da stupefacente, altri dormendo, altri ancora intenti a preparare le siringhe». Per terra, distese di coperte, cartacce, coltelli, accendini, scatole di siringhe. «Ciò che più mi ha sconvolto - racconta Strano - è stato vedere due ragazzine, al massimo 19enni, in balìa delle sentinelle che le comandano come fossero schiave. Lì si concentra il dramma della droga». In questo inferno una nota di speranza: cinque piccoli ricci trovati dai volontari.
Italia Nostra ieri ha preso possesso dell'area, 65 ettari di terreno sono stati assegnati con delibera di giunta il 28 luglio, per riqualificare e realizzare un nuovo parco. Non sarà impresa facile. Anche gli interventi di forze dell'ordine e «ruspe» varie, finora, non hanno estirpato fino in fondo questa emergenza. «La pericolosità del contesto, l'aggressività degli spacciatori, il disastro delle sostanze, l'abbandono urbanistico: la portata della questione è molto più che comunale - spiega Strano - L'attività di Italia Nostra va supportata e stimolata, indirizzata, e accompagnata ad altri interventi». Strano cita «ordine pubblico, presidio costante, cure mediche e percorsi disintossicanti, cura ambientale e partecipazione collettiva».
«La mia idea -spiega - sono pattuglie miste forze dell'ordine e operatori di strada (dei vari Sert di cura) che indirizzino i tossicodipendenti verso i centri di riabilitazione e che prendano in carico i minori. Serve collaborazione con gli assistenti sociali. Un team di pronto intervento: repressione dei reati e accesso al mondo della cura delle dipendenze».
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