Regione, nuova legge per le case popolari: c'è troppa burocrazia

Il governatore annuncia la riforma A decidere le assegnazioni sarà Aler e non il Comune attraverso i bandi

Regione, nuova legge per le case popolari: c'è troppa burocrazia

La settimana prossima il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, porterà in Giunta una legge con l'intento di «riorganizzare tutto il sistema delle graduatorie» per le assegnazioni delle case popolari entro febbraio. Maroni ha spiegato a Telelombardia di volere «completare la riforma» dell'edilizia pubblica «per fare in modo che, per quanto riguarda l'assegnazione degli alloggi Aler, sia questa a decidere e non il Comune». In questa situazione, ha osservato Maroni, «qualche Comune potrebbe pensare di mettere gli inquilini che pagano negli appartamenti di sua proprietà e quelli morosi nelle case Aler. Parlo ovviamente in teoria, ma è una cosa che potrebbe succedere. Voglio riformare la legge sull'edilizia residenziale, affinchè ognuno si assuma le proprie responsabilità».

Attualmente la legge regionale (L. 27/2009) stabilisce che sia il Pirellone a stabilire le regole in base a cui il Comune di Milano costruisce il bando e stila le graduatorie di chi ha diritto all'assegnazione di una casa popolare, sia di proprietà Aler che del Comune. «I Comuni non hanno alcuna discrezionalità nello scegliere i futuri inquilini degli alloggi, si limitano a seguire l'ordine di posizione e a verificarne i requisiti - spiega Daniela Benelli, assessore comunale alla Casa -. Requisiti, lo ripeto ancora una volta, che sono stabiliti dalla Regione. Ma di cosa sta parlando Maroni? Come si possono affidare a due enti diversi le assegnazioni quando bando e graduatoria sono unici (e non potrebbe essere diversamente)?». Ci sono poi le «emergenze» che saltano la graduatorie cui la legge regionale riserva il 25% delle assegnazioni. Fino al 2013 il Pirellone concedeva un tetto pari al 50% delle assegnazioni in deroga, ora si è tornati al 25%. Cosa può essere definito «caso urgente»? Una madre sola con due figli che viene sfrattata, anche da una casa privata. Se non ha un'altra casa dove andare, e fa domanda per un alloggio popolare passa avanti alla graduatoria perché rischia di rimanere sulla strada. Le liste d'attesa sono costruite da un algoritmo, in base all'Isee (Indicatore della condizione economica) e agli altri parametri stabiliti dalla Regione.

L'altro lato della medaglia è rappresentato dalla disponibilità delle case da assegnare: sono quasi 10mila gli alloggi vuoti dell'intero patrimonio Erp di cui circa 7000 di Aler. In media il comune assegna un migliaio di case l'anno, fresche di ristrutturazione, di cui più della metà sono di proprietà comunale. Così se da un lato da piazza Scala si «rinfaccia» alla Regione di non finanziare i lavori sul proprio patrimonio immobiliare (Aler ha un debito di 96 milioni con i fornitori), il Pirellone attacca Palazzo Marino sui tempi delle assegnazioni.

«La revisione complessiva della legge 27 che sto portando avanti - spiega l'assessore alla Casa Paola Bulbarelli - punta a snellire le pratiche di assegnazione, eliminare la burocrazia e semplificare l'iter che attualmente è di una lentezza esasperante. Vogliamo arrivare a separare le liste d'attesa e le procedure di assegnazione: ogni ente da febbraio assegnerà le “sue” case, così anche le singole responsabilità saranno più chiare».

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