Regista tv trovato morto sulla panchina dopo una festa

Il freddo di una notte d'inverno particolarmente rigida, un uomo trovato già cadavere su una panchina all'alba di quella che per i Maya sarebbe la vigilia della fine del mondo. Come ultime compagne di un viaggio ormai arrivato all'ultima stazione, solo una bottiglia di birra ormai vuota e la pozza di vomito. Un'altra morte di un altro clochard che se n'è andato nell'indifferenza di una città distratta dal solito consumismo che precede il Natale hanno pensato tutti. E, invece, quella dei giardinetti all'angolo tra viale Monte Nero e viale Lazio è tutta un'altra storia. Perché i due barboni che risiedono da quelle parti, non si offenderanno se li chiamiamo così, sono presto rintracciati e godono di buona salute. Quel corpo rimasto senza vita è di un regista. Si chiama Mario C., ha 42 anni, è originario di Cividale del Friuli e residente in provincia di Pordenone, anche se domiciliato a Milano dove lavora alla casa di produzione Magnolia. La sera prima aveva partecipato alla festa di auguri organizzata proprio dall'azienda. «Aveva bevuto molto», sembra abbiano raccontato alcuni testimoni ai carabinieri che hanno cercato di ricostruire le sue ultime ore. «Molto alcol». Poi i saluti e il ritorno verso casa. Da solo.

Forse un coma etilico lungo il tragitto, perché la panchina dove è stato trovato è poco distante dalla sua casa. Alle 6,30 qualcuno passa di lì e cerca di muoverlo. Arriva il 118, ma non c'è nulla da fare, la temperatura troppo bassa ne ha probabilmente provocato un collasso cardiaco. Nessun documento addosso.

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