Chiara CampoI soliti bene informati (ma non bisogna avere spie a Palazzo Chigi per crederci) dicono che la passerella del premier Matteo Renzi oggi a Milano sarà la prima di una lunga serie da qui a giugno. Parlare di defilè in un caso non è fuoriluogo. Per la prima volta sarà il presidente del Consiglio a inaugurare la settimana della Moda Donna Milano: Renzi alle 13 parteciperà al pranzo organizzato nella Sala elle Cariatidi a Palazzo Reale per dare il via alle sfilate, saranno presenti gli stilisti, i vertici della Camera nazionale della Moda, operatori del settore, il sindaco Giuliano Pisapia. Alle 16 si sposterà al Piccolo Teatro di via Rovello per presentare «Human Technopole» Italia 2040, il progetto per il post Expo: un centro di ricerca avanzata ad altissimo livello focalizzato sul tema della salute e dell'invecchiamento. Sui terreni che hanno ospitato i padiglioni dell'Esposizione sorgerà un'infrastruttura centrale di laboratori per circa 30mila metri quadrati (a regime dovrebbe ospitare 1.500 tra tecnici e ricercatori) e altri laboratori sorgeranno all'interno degli istituti di ricerca partner del progetto. Il governo ha annunciato un finanziamento di 150 milioni di euro all'anno (per un totale di 1,5 miliardi in dieci anni). Ma il primo ad aspettare Renzi al varco non è un politico del centrodestra, bensì il segretario milanese della Cisl Danilo Galvagni. Perchè è molto forte il sospetto che questa concentrazione su Milano, a cui (nonostante Expo) negli ultimi due anni il governo ha tagliato trasferimenti, sia mossa solo dall'appuntamento alle urne. Il candidato del Pd Giuseppe Sala, che oggi sarà in platea al Piccolo solo come ospite, visto che ha chiuso l'esperienza da commissario del 2015 e non ha almeno per ora voce in capitolo sul post Expo, ha vinto ma non ha stravinto le primarie. E molti a sinistra che hanno votato il 7 febbraio la vicesindaco Francesca Balzani o l'assessore Pierfrancesco Majorino non sposteranno automaticamente la crocetta sul manager. Renzi sa bene che Milano sarà una partita nazionale, è in gioco la durata del governo e dovrà metterci la faccia per battere il centrodestra che ha puntato su Stefano Parisi, un altro manager che ha già firmato l'alleanza con Ncd, un bacino di preferenze a cui puntava Sala. «Il post Expo - avverte il segretario della Cisl - non sia una passerella elettorale. Ad oggi non è dato sapere se questo progetto contribuirà a far crescere l'occupazione. Nessuno si è preso la briga di convocare le organizzazioni sindacali per condividere il piano». Fatti «e non la solita passerella» è quanto chiede anche il candidato con una lista civica Corrado Passera.Beppe Sala non riuscirà invece a sottrarsi a una commissione di inchiesta su Expo in piena campagna elettorale. É stata chiesta dal centrodestra ma hanno firmato anche radicali, socialisti, gruppo misto, aderirà la sinistra radicale. Il Pd prova a bypassare l'aula: ieri il capogruppo Lamberto Bertolè ha sostenuto alla riunione dei capigruppo che basta la raccolta firme a istituirla automaticamente.
Il capogruppo Sel Mirko Mazzali ha chiesto un parere tecnico della segreteria generale. Domani prima della seduta si saprà se la Commissione nascerà «d'ufficio» o passerà ai voti (e l'opposizione facendo asse con Rifondazione li può garantire). I supporter di sala faranno melina con qualche emendamento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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