Le Caritas lombarde provano a fermare l'impatto del decreto Salvini.
Nei giorni scorsi gli effetti del provvedimento ministeriale sono stati al centro di grandi discussioni e polemiche, anche perché il Comune ha assunto una posizione critica, se non di disobbedienza come altri (Palermo in testa).
Le organizzazioni per la carità della Chiesa cattolica provano a contenere, se non proprio a neutralizzare, gli effetti del provvedimento varato dal ministro dell'Interno e leader della Lega. E annunciano che non allontaneranno dai centri di accoglienza che gestiscono, i migranti che ne perderanno il diritto, in applicazione del decreto. Si tratta di 500 persone circa, 500 migranti in procinto di perdere il diritto di soggiornare nelle strutture di accoglienza. I migranti rimarranno dunque nei centri della Caritas e ci resteranno a totale carico degli organismi ecclesiali. La decisione, comunicata è stata comunicata dal direttore della Caritas Ambrosiana e delegato regionale Luciano Gualzetti, durante il convegno organizzato con l'associazione «Città dell'uomo» e riguarderà in particolare i titolari di permesso per motivi umanitari e coloro che riceveranno il nuovo permesso per protezione speciale che non potrebbero più essere accolti nel nuovo sistema di accoglienza (ex Sprar). «Rispettiamo le istituzioni e collaboriamo lealmente con loro - ha spiegato Gualzetti- ma in questo caso la nostra coscienza ci impone di andare oltre quanto previsto dallo Stato. Per il bene dei nostri ospiti, ma anche delle comunità che le accolgono, che si troverebbero a fare i conti con migranti abbandonati a loro stessi e quindi facile preda dei circuiti irregolari, dentro i quali si annida ogni cosa».
Come detto, si stima che saranno almeno 500 gli ospiti che beneficeranno di questa scelta e che, diversamente, secondo il nuovo provvedimento del governo tradotto nella legge 132/18, sarebbero usciti dal sistema di protezione. Gualzetti ha poi annunciato che se le Caritas diocesane parteciperanno alle nuove convezioni con le prefetture, continueranno in ogni caso a garantire, sempre a proprie spese, i percorsi di integrazione avviati: corsi professionali, tirocini in azienda.
Inoltre continuerà l'impegno, con Caritas Italiana, per incrementare il numero degli ospiti accolti attraverso i canali umanitari, che consentono ai migranti in condizione di grave vulnerabilità di giungere nel nostro Paese senza dover affrontare i rischi delle traversate del Mediterraneo gestite dagli scafisti. Su 26.864 ospiti complessivi accolti in Lombardia, attualmente sono 4.514 i migranti presenti nelle strutture delle dieci diocesi lombarde. Di questi 3.
129 si trovano nei centri di accoglienza straordinaria gestiti in convezione con le Prefetture, 847 negli Sprar dei Comuni, 163 nel centri per minori stranieri non accompagnati. Oltre la metà, 2.293, sono presenti nella rete di accoglienza diffusa della Diocesi di Milano, 1.204 nella Diocesi di Bergamo e il resto nelle diocesi di Brescia, Como, Crema, Cremona, Lodi, Mantova, Pavia, Vigevano.
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