Altro che città ciclabile, bici-friendly eccetera: adesso contro i ciclisti disordinati, quelli che parcheggiano il velocipede un po' dove capita, arriva lo spettro della rimozione forzata. Da attuarsi, si immagina, a mezzo di un ghisa dotato di tronchese, che dopo avere spezzato il lucchetto imbarchi il mezzo verso qualche remota depositeria.
I cartelli che minacciano la rimozione (nella foto) sono apparsi in via Correggio e fanno riferimento a una delibera del 2011, di cui si cercherebbe invano una traccia negli articoli dell'epoca. Davvero la Moratti aveva deciso una misura tanto severa contro gli indisciplinati del pedale?
Dove si possa e non si possa parcheggiare legalmente la bici, d'altronde, è tema che il codice non chiarisce. Il cartello di via Correggio pare intimare ai ciclisti di utilizzare «rastrelliere e depositi». Alzi la mano chi a Milano ha mai saputo dell'esistenza di «depositi» per bici.
Le rastrelliere invece esistono, e quelle nuove hanno finalmente un design bello e funzionale. Peccato che in via Correggio, dove il cartello è stato affisso, di rastrelliere non ce ne sia nemmeno una. Ma vabbè: se non si vuole rischiare la rimozione forzata si può sempre usare la macchina...
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