Risiko del centrodestra Scelti tutti i candidati per scalzare i sindaci Pd

Accordo fatto sui tre capoluoghi di provincia E nell'hinterland milanese in 50 centri su 68

Alberto Giannoni

L'accordo c'è. E con il vertice dei tre leader di partito, ora ha i crismi dell'ufficialità. Nell'ambito di un accordo politico generale che comprende anche le prossime regionali, Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia anche in Lombardia hanno sciolto gli ultimi dubbi e le ultime riserve. Il centrodestra quindi tiene bene. E ancorato a una maggioranza che al Pirellone sembra più solida che mai, nei tavoli regionali e provinciali mette a punto tutte le caselle definitive. Si vota in tre capoluoghi e quasi mille Comuni, una settantina in provincia di Milano, dieci dei quali sopra i 15mila abitanti.

In tutte queste imminenti battaglie elettorali l'obiettivo politico è comune: scalzare i sindaci del Pd e invertire i rapporti di forza, già mutati - e non poco - nelle ultime tornate elettorali, che hanno visto cadere roccaforti storicamente orientate a sinistra, anche da decenni. Nel Milanese l'accordo è stato raggiunto in una cinquantina di Comuni su 68. Nei tre capoluoghi di provincia, come anticipato dal Giornale, la Lega avrà due candidati e Forza Italia uno. La proporzione, come storicamente avviene nel centrodestra, è dettata dai rapporti di forza registrati nell'ultima tornata elettorale. Il Carroccio avrà Bergamo, dove l'ex presidente del Copasir Giacomo Stucchi è già al lavoro da un paio di settimane per sfidare il sindaco uscente Giorgio Gori, sconfitto un anno fa nella corsa per la Regione. Per la Lega, il segretario Matteo Salvini ha «opzionato» direttamente Pavia, città dove il centrosinistra arriva col fiatone e sfilacciato, tanto da dividersi fra due candidati. Il Pd, dopo aver annunciato - e poi revocato - le primarie, si affiderà a Ilaria Cristiani, assessore nella giunta del sindaco uscente, Massimo Depaoli, ma Depaoli - notizia di ieri - ha annunciato di voler correre comunque per il bis con una compagine civica, e lo ha fatto dopo una lunga diatriba coi vertici «dem», sfociata in una rottura e nelle sue dimissioni. Di questo caos politico cercherà di approfittare la Lega, che mette in campo Fabrizio Fracassi, a lungo consigliere comunale, poi consigliere regionale e infine assessore all'Urbanistica nella giunta di Alessandro Cattaneo. Consigliere del Parco del Ticino da 18 anni, Fracassi ha scelto il Naviglio per la sua presentazione insieme ai big del suo partito, il ministro Gianmarco Centinaio e l'eurodeputato uscente, e ricandidato, Angelo Ciocca: «Siamo qui - ha detto Fracassi- perché questo è il luogo in cui sono nato e cresciuto. Pavia ha grandi ricchezze ma queste ricchezze vanno colte perché Pavia torni ad essere il luogo delle opportunità. Partiamo da qui perché il Naviglio è anche il simbolo del lavoro, dell'agricoltura, della capacità e dell'ingegno, della storia, del commercio, dell'ambiente, della necessità di una rinascita di aree che devono essere riqualificate per tornare ad uno splendore produttivo, storico, ambientale. Sono onorato di essere candidato sindaco per la mia città, alla quale non posso che promettere impegno, concretezza e lavoro costante».

Resta qualcosa da verificare negli equilibri interni alla coalizione, in particolare con le liste civiche. Qualcosa da assestare anche a Cremona, dove - dopo il passo indietro della Lega - la scelta è caduta sul candidato naturale degli azzurri, Carlo Malvezzi, già vicesindaco con Oreste Perri, poi consigliere regionale, capace di raccogliere anche nel 2018 quasi 4mila preferenze.

«Sarà una bella sfida - dice Malvezzi - ma stiamo lavorando perché ci sia un ticket e perché Alessandro Zagni (leghista, ndr) possa fare il vicesindaco. Dobbiamo valorizzare tutte le risorse in campo. L'obiettivo è l'unità della coalizione, vogliamo lavorare insieme all'elaborazione della proposta politica e aprire alle liste civiche».

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