Rispunta Civati e la sinistra torna a sperare

Pressing sul deputato perché si candidi. Tra le possibili sorprese Cappato e Terragni

Sabrina CottoneSi chiama Pippo Civati ed è un'incognita che grava sulle elezioni milanesi. E se a Un giorno da pecora l'ex rottamatore e sfidante di Matteo Renzi alle primarie dice che non si candiderà a sindaco di Milano, la sua ombra e quella dell'area a lui vicina e concentrica rimangono comunque un grande punto interrogativo sul day after, il giorno dopo il 7 febbraio, quando si saprà chi ha vinto la disfida tra Giuseppe Sala, Pierfrancesco Majorino e Francesca Balzani.«Mi auguro che noi di Possibile e tutti i soggetti di sinistra che non stanno col Partito della Nazione andremo alle elezioni amministrative insieme in una lista unica. I miei colleghi la pensano quasi tutti come me» dice il fondatore di «Possibile». Ma Civati dichiara anche: «Non parteciperemo alle primarie del Pd» e non si schiera tra Balzani e Majorino («troppo amici»). Il suo tenersi ai margini, considerati notorietà e seguito, significa rimanere un punto di riferimento dei delusi pronti a rialzare la testa. Rifondazione comunista ma anche Pd anti-renziano, radicali e socialisti per così dire massimalisti, coloro che non si sentono rappresentati dall'endorsment di Umberto Veronesi al manager Expo. Un fronte che si valuta tra il 5 e il 7 per cento.L'idea è mettere insieme l'area della sinistra bipolarista, del socialismo radicale e del liberalismo radical. Insomma, tutti gli scontenti e non sono pochi. Molti hanno ripiegato su Majorino o Balzani, eppure restano disorientati e, al di là di dichiarazioni più o meno giurate di unità post-primarie da parte di Sel, è difficile credere che gli elettori possano rassegnarsi a votare Sala. Se il candidato renziano del Pd avrà la meglio, a sinistra si aprirà una voragine. «I miei percorsi biografici mi portano fuori da Milano - spiega Civati, monzese, compagna di Verona, attività politica prevalente a Roma - ma non vivo su Marte. Seguo le cose e sono attento a come cambiano gli equilibri milanesi».Se vincerà Sala, è poco realistico credere che un'area così ampia si rinchiuda in un cantuccio. E infatti in quest'ambito non mancano le personalità che potrebbero tentare la sorte elettorale. Si parla di Marco Cappato, storico ma giovane punto di riferimento dei radicali milanesi, ma anche del socialista Roberto Biscardini. Tra i nomi più vicini a Civati non si esclude la corsa di Marina Terragni e Marco Mori, così come c'è chi pensa a Basilio Rizzo o ad altri esponenti di Rifondazione. Il pressing rimane forte anche su Civati: nonostante il parlamentare si sia già sfilato dalle primarie e adesso assicuri di non voler correre da sindaco, resta comunque l'ipotesi di «una candidatura di servizio» per l'area dei delusi dal renzismo trionfante.

Se Sala vincerà le primarie.L'incertezza in ogni caso rimane grande. Le primarie si decidono alla fine e così anche le candidature del giorno dopo. Il day after, appunto, nel quale Civati o chi con lui si prepara a calcare il centro della scena.

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