Ha preso carta e penna e ha scritto al sindaco una decina di giorni fa senza ricevere per altro risposta. Fabrizio de Pasquale, Presidente della Commissione Verifica e Controllo Enti Partecipati, «sollecitato anche dai molti Comitati dei Cittadini residenti lungo la tratta di M4» chiede un cronoprogramma aggiornato dei lavori M4. Nonostante abbia più volte riunito la Commissione per verificare l'andamento dei lavori, «pur davanti agli evidenti ritardi, l'assessore alla Mobilità del Comune Marco Granelli continua a rassicurarci, ma non fornisce un documento aggiornato sulle diverse stazioni e sui manufatti».
Il cronoprogramma è stato definito a seguito dell'aggiudicazione della gara nel luglio 2011: esso non prevede quindi né lo slittamento della realizzazione di diverse stazioni a dopo Expo, né le operazioni necessarie per le varianti all'opera approvate (10 Luglio 2015) né i ritardi avuti a causa di problemi di natura tecnica. In sostanza - ricorda il consigliere di Fi - sono intervenuti molti intoppi, tanto che i lavori al cantiere Sforza e quello in De Amicis sono appena partititi per via dei ritrovamenti archeologici e della trafila per la cessione delle aree dall'università a M4. Difficile, anzi impossibile, pensare che i ritardi verranno recuperati visto che, come è stato spiegato dallo stesso consorzio, le talpe scavano a una velocità di 15 metri al giorno. «Secondo le dichiarazioni di M4 le due talpe uscite da Tricolore saranno trasportate, calate e montate a San Cristoforo. Ma non avrebbero dovuto essere 6? - si chiede Orietta Colacicco, del Comitato Foppa Dezza Solari -: Due da 6 metri in tratta est e due da 6 metri in tratta ovest più due da 9,15 nella tratta centrale; sono diventate quattro!» Non solo, «il cantiere del manufatto Foppa 10 è stato completamente chiuso, con tanto di lucchetto - racconta Colacicco -. C'è scritto che verrà riaperto tra un anno quando arriveranno le talpe: questa è la dimostrazione del fatto che i lavori sono in ritardo di oltre un anno, anche se nessuno lo vuole ammettere».
«Ora esigiamo da Lei - conclude De Pasquale - una tempistica chiara e definita.
Non è più possibile trascurare il diritto dei residenti ad avere rendicontati i tempi e le operazioni di lavoro di un opera pubblica che costerà 2 miliardi alla collettività. Ne hanno diritto gli operatori per potere regolare le loro attività lavorative. Ne abbiamo diritto come amministratori per conoscerei riflessi finanziari su Bilancio».
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