Rom del Triboniano minacciano 26enne e le rapinano l’auto

Triboniano colpisce ancora. Gira e rigira, i rom del campo nomadi più grande della città non la smettono di far parlare di sé per i loro crimini. Alla faccia del patto di legalità siglato con le associazioni del terzo settore nel gennaio 2007 e violato più volte dagli zingari.
L’ultimo misfatto a firma dei rom è avvenuto ieri notte, vittima una ragazza di 26 anni. Erano le quattro del mattino, la giovane stava aspettando un’amica sotto casa, in via Gallarate. All’improvviso sono sbucati dal buio tre ragazzi, che le si sono avvicinati con fare minaccioso. Dal racconto della malcapitata, non ci sono dubbi: tutti e tre zingari. Uno di questi ha tirato fuori un coltello puntando la lama contro il volto della poveretta.
Non solo minacce, il delinquente, per intimorire ulteriormente la vittima, le ha graffiato il naso con l’arma. Un taglio superficiale, ma che la giovane non dimenticherà facilmente. Poi il terzetto è entrato nella sua auto, una Renault Twingo, ed è fuggito a tutta velocità, lasciando la ragazza appiedata e terrorizzata. Dentro la vettura, il resto del bottino della rapina: un cellulare, la borsetta e 300 euro.
Nonostante lo spavento, la giovane è riuscita a reagire prontamente, avvisando subito le forze dell’ordine. La polizia si è messa subito sulle tracce della Twingo. Una ricerca serrata che ha portato al rinvenimento dell’auto poco dopo. Indovinate dove? Sì, proprio in via Triboniano. Parcheggiata lungo il ciglio della strada, a due passi dal cancello d’ingresso di uno dei quattro campi nomadi di Triboniano e Barzaghi. Basta fare due più due per comprendere chi possano essere stati gli autori dell’aggressione.
Dopo il fermo del rom 14enne che aveva cercato di strappare la borsetta a una donna di 47 anni in via Boscovich, lo scorso 20 agosto, la politica è tornata ad alzare la voce contro i paradossi del campo nomadi. Il vicesindaco Riccardo De Corato ha puntato il dito contro certe decisioni della magistratura, che si tradurrebbero in veri e propri inviti a nozze per i delinquenti stipati all’interno.
«Condannare agli arresti domiciliari uno zingaro di Triboniano vuol dire dare un esempio di impunità a tutti gli altri», sostiene De Corato.

Lo stesso vicesindaco pochi giorni fa ha ricordato come molte famiglie del campo rom si rifiutino di mandare i figli a scuola e come non tutti gli abitanti dichiarino i propri redditi e abbiano un lavoro. E ha promesso un giro di vite già a partire da settembre, che porterà all’espulsione di chi non rispetta le regole.

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