Sala: "Sono preoccupato che i manager privati stiano fuori dai Giochi"

Il sindaco: «Rischi troppo alti, la gente scappa Prescrizione? Decido dopo aver letto gli atti»

Sala: "Sono preoccupato che i manager privati stiano fuori dai Giochi"

Dopo il giorno della «grande crisi», l'amarezza che sembra piena di contraddizioni, dall'assoluzione degli altri imputati all'attenuante per alti motivi sociali, ieri il sindaco torna in pubblico «ricaricato» dalla gente. Dalle mail alla spesa alle 8 del mattino dal fruttivendolo vicino a casa, con i clienti che lo invitano a «non mollare», quando arriva al Villaggio Coldiretti in piazza del Cannone e poi sul palco ha un'altra faccia e fa battute a Salvini e al segretario Coldiretti che cita Expo («almeno oggi no, un po' di tatto...). Deciderà solo dopo aver letto le carte se avvalersi o rinunciare alla prescrizione. Domani riferirà in consiglio. E agita il rischio che i manager privati stiano alla larga dalle Olimpiadi 2026 per non correre il rischio di venire condannati per vizi di forma. Stretta di mano con Salvini che allarga il concetto: «Di questo passo non troveremo più sindaci, assessori, consiglieri, se firmi sul modulo sbagliato finisci inquisito».

Venerdì è stato il giorno della «grande crisi». Il sindaco ha rimuginato a lungo, da solo e con i legali, sulle «contraddizioni» della sentenza sul verbale retrodatato per la Piastra Expo che lo ha condannato a 6 mesi (trasformati in una multa da 45mila euro) e ha assolto gli altri 3 imputati, compreso l'ex braccio destro Angelo Paris («è come se dicessero che ho fatto tutto da solo, mi sono confezionato e ho firmato un atto cambiando la data..? E le attenuanti per motivi di valore morale e sociale?»). Le sentenze «si rispettano» ha ripetuto ieri arrivando al villaggio della Coldiretti al Castello Sforzesco, ma a caldo la reazione è stata di grande amarezza e sconforto nel guardare oltre i 2 anni di mandato. Poi, quello che chiama il «crash con la gente» gli ha fatto cambiare prospettiva e ridato grinta. Ieri mattina alle 8 è sceso dal fruttivendolo vicino a casa, ha ricevuto attestati di stima, inviti a «non mollare». Sommati alla «valanga di messaggi ed e-mail» e alla solidarietà degli avversari politici, a partire da Matteo Salvini che si è mostrato un politico capace di tenere dritta la barra del garantismo e non sbandare - come i 5 Stelle - nella richiesta di dimissioni per convenienza politica, gli hanno fatto voltare velocemente pagina. Beppe Sala sul palco della Coldiretti scherza con il segretario generale Vincenzo Gesmundo che gli passa la parola ricordando la partecipazione degli agricoltori a Expo. Anche sul maxischermo alle spalle passano flash del 2015: «Proprio oggi dovevate ricordarmi Expo? Un po' di tatto, dai..». E quando il leader della Lega arriva in platea accolto dagli applausi e qualche apprezzamento delle donne, Sala fa ironia: «Salvini è anche bello? La partita adesso è chiaramente persa, meglio essere consapevoli».

Davanti ai microfoni il giorno dopo la sentenza l'ex manager Expo confessa che lo ha «aiutato molto la quantità di messaggi di incoraggiamento. Se hai dei dubbi, e al momento ti possono venire, te li fai passare. Sarebbe da irresponsabili non impegnarsi vista la responsabilità che ho e l'affetto che mi circonda». Venerdì «tornando a casa la prima cosa che ho visto sulla libreria di fronte all'ingresso è stata la Legion d'honneur, la principale onoreficenza francese. Me l'hanno consegnata per Expo e ho pensato che la vita è veramente paradossale. Andiamo avanti con fiducia».

Domani Sala riferirà in consiglio comunale, soprattutto «per confermare che per come sono fatto se solo immaginassi di non avere più energia e motivazione mollerei all'istante, invece ce l'ho e quindi continuo a fare il sindaco». Per decidere se rinunciare o avvalersi della prescrizione che scatterà a novembre attenderà «di leggere il dispositivo, ci sono 90 giorni per il deposito poi gli avvocati mi suggeriranno la strategia, ma non sarò in ansia, ormai la sentenza ha prodotto effetti in maniera molto pesante su di me ieri (venerdì, ndr.) ma ho una responsabilità verso i milanesi e non sono uno che quando c'è da lottare si tira indietro». Non la definisce una sentenza politica («sono amareggiatissimo e non la contesterò, semmai esprimerò un giudizio una volta lette le carte») e non pensa che sia effetto dello scontro tra Procure. Piuttosto ribadisce in chiave Olimpiadi invernali 2026 la «grande preoccupazione» che casi come questi «mettano paura alla gente normale all'idea di entrare nel pubblico, sia a livello politico che manageriale, perchè i rischi sono veramente troppo elevati. Va fatta una battaglia non tanto per la mia posizione personale ma di principio perchè sennò continuerà ad esserci impermeabilità tra mondo privato e pubblico, mentre quando funziona, e spero di essere un caso del genere, chi arriva porta valore e freschezza. É un tema importante per il Paese».

Prima di incontrarlo e stringergli la mano di persona in piazza del Cannone, Sala ringrazia Salvini (che il giorno prima ha ribadito di essere «orgoglio di come Sala abbia gestito Expo» e di «non gioire da milanese se il mio sindaco riceve una condanna»): «Credo che Salvini abbia fatto una manifestazione di buonsenso». Dei 5 Stelle che invece hanno invocato subito le dimissioni dice: «Purtroppo ormai non ci sorprendono più, è questa la qualità politica di persone che non sembrano avere tutta questa capacità e responsabilità». Sulla ricandidatura torna a ripetere che «è presto per pensarci» ma a differenza del giorno precedente ammette che «a caldo non può che venirti l'idea di dire basta, poi vai avanti». Tempo al tempo. Si allungano invece quelli del mini-rimpasto che era atteso lunedì e slitterà almeno di una settimana, se non di più. La sostituzione dell'assessore Pierfrancesco Majorino, eletto a Bruxelles, potrebbe peraltro limitarsi al passaggio delle deleghe al Welfare a Rabaiotti, con i Lavori pubblici in mano per qualche tempo allo stesso Sala».

E il Comitato per la legalità presieduto in Comune dall'ex pm di Mani Pulite Gherardo Colombo ieri ha ribadito che «la sentenza di primo grado nei confronti di Sala, che si colloca sostanzialmente e temporalmente al di fuori della carica e delle funzioni da sindaco, non comporta alcun impedimento né costituisce motivo ostativo alla serena prosecuzione del suo mandato».

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