Sanità verso l'accordo E in Lombardia arriva il Polo del bambino

Un solo maxi-centro per i minori Una rivoluzione negli ospedali: potranno fare anche l'assistenza

Sono stati ritirati quasi 25mila ordini del giorno dell'opposizione che facevano ostruzionismo alla riforma della sanità. E così per Roberto Maroni ieri è stato più semplice affrontare il vertice di maggioranza e chiudere (o almeno avvicinarsi a chiudere) la vicenda della riforma che arriva oggi in aula. È probabile che si chiuda, se non stasera, almeno giovedì mattina e non venerdì sera come era stato previsto. Veniamo ai principali contenuti: arriva il Polo del bambino e viene cancellata almeno nel nome anche l'ultima azienda ospedaliera, cioè il Niguarda.

Nella governance vera e propria, l'Agenzia di controllo che si occupa di vigilanza e valutazione, avrà un comitato di direzione presieduto dall'opposizione e un direttore nominato dalla giunta. C'è poi il sistema di Ats (agenzie di tutela della salute) e Asst (aziende socio sanitarie territoriali): le prime si occuperanno di negoziazione e governo, le seconde saranno gli ospedali veri e propri, divisi tra quelli ad alta intensità di cura e gli altri a bassa intensità di cura, legati ai presidi territoriali.

Sono questi i punti principali della nuova intesa. Il presidente della Regione ha sostenuto il progetto del Polo del bambino che unifica gli ospedali Macedonio Melloni-Fatebenefratelli con il Buzzi e il Sacco. Si tratta di un progetto caldeggiato da Forza Italia e in particolare da Fabio Altitonante che mette insieme gli ospedali, così da poter offrire una struttura simile all'Ospedale del bambino che esiste in altre grandi città europee. Per dare un'idea delle dimensioni, basti pensare che in Fatebenefratelli- Macedonio Melloni ci sono 2731 nati l'anno e 344 ricoveri in terapia Intensiva neonatale, al Buzzi i nati ogni anno sono 3501, con 388 ricoveri in terapia intensiva e al Sacco nascono 1250 bimbi ogni anno. Il Polo dei bimbi tocca quasi 7500 persone l'anno ed è probabile che il numero dei bambini attratti dalla struttura aumenti.

No invece alle aziende ospedaliere rilanciate dall'assessorato alla Salute. Nella controproposta di Maroni (più vicina al testo steso dal leghista Fabio Rizzi, dall'azzurro Claudio Pedrazzini e da Angelo Capelli di Ncd) è stata cancellata anche l'ao del Niguarda. I dieci ospedali della Regione diventeranno tutti Asst. Il ragionamento del governatore è che in questo modo tutti gli ospedali in futuro potranno dedicarsi anche ad altre attività territoriali, senza rimanere legati all'assetto attuale.

Maroni è positivo: «Abbiamo raggiunto un accordo soddisfacente, resta qualche piccolo dettaglio da scrivere ma sono fiducioso che entro domani sera (oggi per chi legge, ndr) si possa concludere l'iter». Il governatore esprime soddisfazione dopo il vertice di maggioranza di ieri che ha risolto gli ultimi problemi, interni soprattutto alla coalizione di governo.

Ammette le divergenze: «Abbiamo discusso, ovviamente, c'erano opinioni diverse». Ma alla fine, è stata trovata la “quadra”. Ottimista la coordinatrice regionale, Mariastella Gelmini: «Il lavoro di questi mesi sul progetto di riforma della Sanità ha dato buoni frutti e sta arrivando in porto».

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